Il Metauro
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“E’ tempo di pensare al passaggio della Provincia di Pesaro e Urbino in Emilia Romagna”

Altri due comuni della Provincia stanno per distaccarsi, le riflessioni dell'Associazione "Pesaro e Urbino verso la Romagna"

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Proposta di riduzione delle Regioni italiane presentata in Parlamento nel 2015

PESARO – Pubblichiamo la riflessione da parte della Libera Associazione “Pesaro e Urbino verso la Romagna” che propone il passaggio dell’intera provincia alla regione Emilia Romagna. 

“Con l’imminente distacco dei comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio dalla regione Marche verso l’Emilia-Romagna (dopo il parere favorevole della camera dei Deputati del 13 marzo, manca solo quello del Senato), saliranno a 9 i comuni che, nell’ultimo decennio, avranno ottenuto il distacco dalla provincia di Pesaro e Urbino a quella di Rimini.

Se pensiamo alla conformazione della nostra provincia prima del 2009 (ovvero prima che i 7 comuni altomarecchiesi di Casteldelci, Pennabilli, Maiolo, Novafeltria, Talamello, Sant’Agata Feltria e San Leo diventassero riminesi), potremmo quasi dire che essa abbia perso la sua sommità settentrionale, la sua “testa”: mentre prima di questa data circondava San Marino, ora si troverà a confinarvi solamente con Montegrimano Terme (in cui si tenne comunque referendum analogo che non raggiunse il quorum, così come a Mercatino Conca).

Tutto ciò può essere forse anche riconducibile ad un generale malcontento verso alcune politiche regionali (si pensi alla sanità, alle infrastrutture ed ai collegamenti interni che penalizzano i territori pesaresi ed anche alcune scelte legate alla promozione del territorio), ma alla base di tutto c’è senz’altro un profondo senso di appartenenza che ci lega alla Romagna meridionale: nei pressi del Tavollo si spinge sempre più a far sistema con Cattolica: nei mesi scorsi è stata indetta una raccolta firme a Gabicce Mare per chiedere il passaggio all’Emilia Romagna. Questo potrebbe sicuramente generare un effetto domino anche nei limitrofi comuni di Gradara e Tavullia, che da sempre si rivolgono alle contigue Cattolica e San Giovanni in Marignano.

Ma anche i nostri capoluoghi Pesaro e Urbino mostrano da sempre una naturale propensione a far sistema con la Romagna: gli abitanti pesaresi del San Bartolo guardano a Cattolica e Rimini, così come del resto Colombarone e le frazioni site più a nord del comune; lo stesso dicasi per le frazioni fogliensi di Urbino.

Ormai il Montefeltro, subregione storica importante e con potenzialità turistiche enormi, è quasi totalmente riminese: in maniera emblematica anche Montecopiolo, comune di nascita della dinastia feretrana, sta per diventare amministrativamente riminese in base ad un processo democratico sancito dall’Articolo 132 della nostra Costituzione.

Curiosamente si tratterà del primo comune, fra quelli passati in Romagna, ad avere il prefisso telefonico urbinate (0722): anche Urbino, terra prediletta dai duchi feretrani, confina con la Romagna e potrebbe già indire un referendum in favore di una soluzione similare. Ampi tratti storici, flussi socio-economici (si pensi agli studi relativi all’area metropolitana di Cesena-Rimini-Pesaro), cultura (le “cugine romagnole pesaresi diversissime dalle marchigiane” del Leopardi, forse l’emblema della cultura marchigiana, oppure le insistenti richieste di Guido da Montefeltro nel XXVII canto dell’Inferno, che chiede continuamente delle vicende della sua amata terra romagnola), lingue locali, tradizioni ed enogastronomia ci portano da sempre ad accostarci maggiormente al “Gallo e la Caveja” piuttosto che al “Picchio Piceno”.

In questi tempi in cui si parla sempre più di far sistema, di valorizzazione delle ricchezze del territorio e delle proprie peculiarità, ci sentiamo di dire che sia opportuno affrontare, con serenità, intelligenza e coraggio, il tema del passaggio della provincia di Pesaro e Urbino all’Emilia-Romagna, onde evitare ulteriori smembramenti che minano ed indeboliscono il territorio di una provincia storica italiana che, senza interventi, continuerà ad essere progressivamente mutilata.

Con una valle del Conca ormai quasi totalmente riminese, ci risulta difficile pensare che non verranno richiesti nuovi referendum a Montegrimano, Montecerignone e Mercatino; al contempo prende sempre più piede l’idea di una regione centrale con l’Umbria: questa risulterebbe una forzatura completa per la nostra provincia e porterebbe senza dubbio ad ulteriori perdite di territori.

È dunque assolutamente necessario affrontare il tema del passaggio della provincia di Pesaro-Urbino in Emilia-Romagna che non sarebbe, come spesso erroneamente indicato, una “secessione”, bensì un’aggregazione alla realtà territoriale più affine”.

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