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Dilettantismo totale, tempi cupi per l’Alma Juventus Fano

Dopo la retrocessione sul campo, l’Alma subisce lo smacco paradossale di una seconda relegazione, questa volta maturata a tavolino

alma juventus fano tifoseriaFANO – Più in basso di così c’è solo da scavare. Non si sa neppure per quanto tempo ancora né in quale direzione farlo.

Dopo la retrocessione sul campo (meritata perché perseguita con indefesso masochismo, inanellando un errore dietro l’altro), l’Alma subisce lo smacco paradossale di una seconda relegazione, questa volta maturata a tavolino. Anch’essa incontestabile, con buona pace di quanti chiamano in causa abusi di potere, intenti persecutori e chissà quali loschi intrighi.

Nossignori, le negligenze e le omissioni contenute nella pasticciata domanda di ripescaggio erano tali e tante che nemmeno un principe del foro sportivo qual è l’avvocato Chiacchio ha potuto negarle, preferendo basare la vana difesa d’ufficio su altri argomenti.

Ora, che a sbagliare sia uno solo ci può stare ma, perbacco, Offidani e Russo messi insieme devono aver fatto il meglio del loro peggio per riuscire a non presentare l’originale cartaceo della fideiussione richiesta in tempo utile. Non sono dopotutto pivellini di primo pelo e questa è un’ulteriore aggravante per la malaparata.

Ancor più pesanti le altre due eccezioni mosse al club dagli organi istituzionali. Preventivare, installare e collaudare il nuovo impianto di illuminazione senza farsi rilasciare dalla ditta incaricata uno straccio di certificazione attestante la rispondenza ai requisiti imposti è stata dabbenaggine allo stato puro.

E che dire della barzelletta del nuovo settore riservato agli ospiti? Il cantiere è aperto ormai da quasi un anno, quando nello stesso arco di tempo si costruiscono stadi interi.

In entrambi i casi, è roba da chiedere subito i danni ai vincitori degli appalti e immediatamente dopo rassegnare le dimissioni per evidente difetto da parte di chi è incaricato di vigilare sulla corretta e puntuale esecuzione dei lavori pubblici.

Sia come sia, la piazza, già mortificata da tante, troppe delusioni, non meritava quest’ultimo affronto, che a ben guardare costituisce un’onta per tutta la collettività. Ora è stata fatta davvero tabula rasa in termini di entusiasmo, credibilità e fiducia. Tutto è perduto, anche l’onore.

E c’è solo un modo per risollevarsi, ripartire e dimenticare ciò che è stato. Vincere. Presto e bene. Su tutti i fronti. A cominciare da quello…Russo.

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