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Coldiretti Pesaro Urbino, Di Sante confermato presidente

Fanese, già presidente di Coldiretti Marche dal 2014 al 2018, attuale membro della Camera di Commercio regionale e del Cnel

tommaso di sante assemblea puPESARO – Tommaso Di Sante è stato confermato alla presidenza di Coldiretti Pesaro Urbino. La proclamazione è avvenuta ieri pomeriggio nel corso dell’assemblea della Federazione provinciale che ha anche votato il nuovo direttivo.

Di Sante sarà affiancato da Goffredo Grottoli, Davide Formica, Marzio Massi, Marco Pittalis Bastianino, Mariano Delà, Davide Galvani, Michele Mauri, Francesco Fulvi, Daniele Martelli, Davide Silvestrini, Simone Pagliari e Giuseppe Paci.

Fanno parte del direttivo anche i responsabili dei movimenti Giuditta Mercurio (Donne Impresa), Arianna Bottin (Giovani Impresa) e Maurizio Mauri (Federpensionati).

Fanese, già presidente di Coldiretti Marche dal 2014 al 2018, attuale membro della Camera di Commercio regionale e del Cnel, Di Sante nel suo intervento ha ricordato la solidarietà nei confronti dei colleghi dell’Emilia Romagna “perché è chiaro – ha detto – che i danni subiti nelle nostre campagne, che si sommano a quelli dell’alluvione di settembre non sono paragonabili a quelli subiti dai nostri vicini, alle prese con una devastazione che avrà ripercussioni per anni. Il tema della gestione del territorio è centrale, ad ogni modo. Chiediamo, attraverso lo strumento del Consorzio di Bonifica, interventi veloci e di lunga prospettiva per la gestione del territorio”.

Tra i temi anche la difesa del Made in Italy agroalimentare “contro gli attacchi che stiamo ricevendo dalle proposte di legge sui messaggi di presunta nocività del vino ai finanziamenti alla ricerca sul cibo sintetizzato in laboratorio.

In questa battaglia valgono le firme dei cittadini che stiamo raccogliendo ma spiccano i mercati agricoli come quello di Campagna Amica che abbiamo recentemente aperto a Pesaro: un’idea lungimirante, valore aggiunto e baluardo di difesa del nostro agroalimentare contro le lobby e multinazionale che vorrebbero instaurare un’oligarchia del cibo”.

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