FANO – A partire da ieri, 9 giugno, e nei giorni seguenti, cinque dei sei centri del territorio dell’ATS6 (il “Mosaico” di Terre Roveresche, il “Centro Margherita” di Pergola, il CTL San Lazzaro di Fano, l’Aquilone di Mondavio, La Rosa Blu di Mondolfo) stanno riaprendo le porte ai 51 utenti, le cui famiglie hanno manifestato la volontà di riprendere la frequentazione.
Ciò è stato possibile grazie ai successivi incontri che si sono svolti nei mesi scorsi tra le autorità sanitarie territoriali, i Responsabili dei Servizi sociali e i Sindaci dei Comuni dell’ATS6, i gestori dei Centri Socio educativi riabilitativi, gli altri Ambiti Territoriali, la Regione nonché le associazioni delle famiglie dei ragazzi disabili.
La riapertura dei servizi avviene adottando le misure precauzionali necessarie a tutela della salute degli utenti. Il tutto grazie al coordinamento e alla supervisione dell’Unità Operativa Sociale e Sanitaria di Ambito (c.d. UOSES) che, con cadenza settimanale, si è riunita per condividere i “progetti di struttura” presentati dai singoli centri e finalizzati al graduale reinserimento nelle strutture degli utenti disabili.
“Insieme al Sindaco – ha affermato l’Assessore Dimitri Tinti – comprendendo le grandi difficoltà di gestione familiare di questi mesi, abbiamo ascoltato le esigenze e le problematiche delle singole famiglie e delle associazioni di familiari, informandole costantemente dei passaggi che stavamo compiendo.
Sono contento del risultato ottenuto: senza rincorrere alcun primato rispetto ad altri territori, non abbiamo perso tempo e ora possiamo riaprire i centri diurni in tutta sicurezza grazie al lavoro serio, rigoroso e intenso da parte della Coordinatrice d’Ambito e del personale dei Servizi Sociali del Comune di Fano, apprezzato e condiviso anche con i Sindaci dell’Ambito, sempre in una logica di uniformità”
I Centri hanno dovuto provvedere alla riorganizzazione dei servizi, prevedendo la frequenza ridotta per il periodo dal 15 giugno al 31 agosto 2020: ciò si è reso necessario sia per il rispetto delle misure di prevenzione, e quindi a maggior tutela della sicurezza dei soggetti con disabilità, e sia, di conseguenza, per poter garantire la fruibilità a tutti coloro che hanno mostrato la volontà di rifrequentarli.
Con delibera n. 58 del Comitato dei sindaci, approvata il 6 giugno u.s., si è deciso di riconoscere ai centri in questione la riduzione del 50% della tariffa giornaliera a carico delle famiglie, imputando la stessa ai Comuni di residenza degli utenti: “una scelta importante – ha aggiunto l’Assessore Tinti – che va nel senso della condivisione, della corresponsabilità e della ripartizione dei sacrifici, nei momenti difficili, fra tutti coloro che animano una comunità”
Così come previsto dal Piano Territoriale, prima della riattivazione del servizio, gli utenti e gli operatori sono stati sottoposti a screening per verificarne le condizioni di salute, controlli che poi verranno ripetuti con cadenza mensile per prevenire e ridurre il rischio di contagio: a tal proposito, viste le difficoltà emerse durante l’effettuazione dei tamponi molecolari sui ragazzi disabili, poiché trattasi di una pratica sicuramente invasiva, l’Assessore al Welfare di Comunità, Dimitri Tinti, e la Coordinatrice d’Ambito Dott.ssa Galdenzi, hanno scritto congiuntamente all’ASUR Regionale chiedendo, per i prossimi screening, di sostituire l’esame del tampone molecolare con il test sierologico, che avviene con modalità meno anomale e quindi di più facile accettazione da parte dei ragazzi.
L’Assessore Tinti e la dottoressa Galdenzi esprimono rammarico per la mancata riapertura del Centro Itaca che, ad oggi, non è in grado di ripartire non avendo ancora presentato il progetto di struttura richiesto, con i relativi adempimenti e la documentazione allegata.
I Servizi Sociali che in questi mesi hanno sempre mantenuto i contatti con le famiglie, comprendendone le difficoltà di gestione familiare, sono impegnati, ad elaborare le linee guida a livello di ambito per i servizi individualizzati, per condividerle entro pochi giorni in seno al Comitato dei Sindaci e far ripartire così il prima possibile anche gli interventi educativi e di assistenza domiciliare.