Il Metauro
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ACQUA ALLA GOLA… l’Alma sta affondando

FANO – Signori, qui la situazione sta letteralmente precipitando. Il Titanic imbarca acqua da tutte le parti e a poco giova che l’orchestrina di bordo stia allegramente suonando come se nulla fosse. Lo spettro della retrocessione va materializzandosi ad ogni piè sospinto e non si intravvedono concrete vie di uscita che non appartengano alla utopica sfera del miracolistico.

Nulla di nuovo sotto il sole, si dirà, dal momento che sono ormai anni che si va scherzando con il fuoco per poi cavarsela all’ultimo tuffo o anche fuori tempo massimo mercè le disgrazie altrui. Stavolta c’è però il serio rischio di scottarsi di brutto.

E pensare che il cambio di proprietà  aveva illuso un po’ tutti circa la possibilità di un’auspicabile inversione di tendenza. Offidani (dietro al quale in molti, troppi continuano a vedere celarsi l’ombra lunga di Gabellini: una cosa tuttavia è il semplice sospetto, altra la prova certificata) è persona a modo, intelligente e giustamente ambizioso. Ma, ahilui, chissà se in perfetta buona fede o perché mal consigliato, è incorso nello stesso fatale errore compiuto dal suo predecessore: si è circondato di persone inaffidabili quando non incompetenti.

Bernardini, parecchio discutibile in pensieri, opere e omissioni, doveva rappresentare il punto di continuità tra il vecchio e il nuovo, garantendo una transizione equilibrata e senza traumi. In realtà è lui stesso a costituire un peso psicologico se è vero, come è innegabile, che non perde l’occasione di prendere a male parole e influenzare in negativo un gruppo già scarso e debole di suo. Già, la squadra, poverina. Senza capo né coda. Priva di personalità, esperienza, qualità, cattiveria agonistica e del minimo carisma. Impaurita dal semplice stormire di fronde al vento e capace di farsi del male da sola, come dimostrano i mille episodi sciaguratamente autolesionistici ai quali abbiamo fin qui assistito, in un vero campionario dell’orrore.

Ma l’organico, che ha di certo molte colpe ma non tutte, è stato  messo insieme da quel furbacchione di Traini, altro pezzo da novanta (eufemismo!) della nuova gestione: basti ricordare come ha pittorescamente condotto il mercato estivo e poi ridicolmente quello di riparazione invernale, in cui era vietato sbagliare anche una sola mossa. Il fatto che abbia mandato via un elemento utile e duttile come Parlati a favore di un Urso che è il pallido fantasma di se stesso, giusto per citare un esempio, la dice lunga sulla assai presunta conoscenza calcistica del nostro.

Alla luce di queste poco beneauguranti premesse, per amor di verità è onesto affermare che le cose non potevano che andare così. E allora, che fare? Arrendersi? Giammai. Finché il pallone rotola c’è sempre una speranza e bisogna coltivarla, per piccola che sia. I processi si faranno alla fine dei giochi. Ma gli indiziati, i soliti noti, inizino già a tremare.

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