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Acconciatura ed estetica, boom di abusivi con la pandemia

Se ne è parlato nell'assemblea regionale del settore. Le risposte al fenomeno sono formazione, qualità e specializzazione

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Carla Miscitelli

PESARO – I protocolli di sicurezza, l’abusivismo, la formazione, la nuova legge che regola il settore e il rapporto tra sanità ed estetica.

Sono questi alcuni degli argomenti che sono stati discussi nel corso dell’Assemblea del settore dell’acconciatura e dell’estetica della CNA delle Marche (che nella sola provincia di Pesaro e Urbino conta ben 912 attività e da lavoro ad oltre 3mila addetti).

Nel corso della riunione è stato dato grande rilievo alla professionalità e al senso di responsabilità dimostrato dalla categoria dagli acconciatori e dalle estetiste durante i periodi di chiusura dovuti alle restrizioni per l’emergenza sanitaria.

“Devo dire che senso di responsabilità, scrupolo, attenzione ai protocolli di sicurezza non sono mai stati persi di vista – dice la responsabile provinciale di CNA Benessere e Sanità Carla Mascitelli – e hanno fatto sì che nessun contagio si sia mai verificato in questo tipo di attività.

Purtroppo a fronte di questi comportamenti virtuosi è dilagato anche in provincia di Pesaro e Urbino, il fronte degli abusivi.

Non dimentichiamo infatti che mentre molte delle nostre attività erano chiuse, gli abusivi hanno avuto campo libero, creando non solo un danno economico alle imprese regolari ma mettendo a repentaglio la salute dei cittadini con il non rispetto dei protocolli di sicurezza”.

Un altro tema fondamentale è stato quella della formazione e dell’importanza di questa per la creazione delle nuove figure professionali e la necessità di nuove norme che regolino e tutelino la professione.

Carla Mascitelli punta in particolare il dito sull’abusivismo e riafferma la necessità di creare una cultura della professionalità; facendo della qualità del proprio lavoro un biglietto da visita indiscutibile.

“Questo – ha detto la Mascitelli – è un lavoro fatto di fatica, studio, ricerca, empatia con i clienti e rispetto delle regole, ma è messo spesso in difficoltà dall’emergere di tanto, troppo, abusivismo che rappresenta una concorrenza sleale insopportabile visti i costi collegati allo svolgere regolarmente la propria professione e che mette a rischio la stessa salute delle persone”.

“Anche per questo è importante – ha concluso – rimanere uniti valorizzando il ruolo dell’associazione, specie in vista del necessario aggiornamento della nostra legge di settore, così come occorre privilegiare un’azione comune e più forte anche nei confronti dei fornitori”.

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