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A Fonte Avellana inaugura il Centro di Interpretazione

Il Centro nasce per rendere più fruibile dal punto di vista turistico storia e saperi di questo luogo testimonianza fondamentale del monachesimo nelle Marche

Centro di interpretazione del patrimonio culturale immateriale dei Monaci Camaldolesi di Fonte AvellanaSERRA SANT’ABBONDIO – Inaugura mercoledì 28 giugno alle ore 12 al Monastero di Fonte Avellana il “Centro di interpretazione del patrimonio culturale immateriale dei Monaci Camaldolesi di Fonte Avellana”.

Realizzato da Svem, la società di sviluppo della Regione Marche, grazie a risorse del progetto europeo “Take it slow”, il Centro nasce per rendere più fruibile dal punto di vista turistico storia e saperi di questo luogo straordinario, testimonianza fondamentale del monachesimo nelle Marche.

All’evento inaugurale parteciperanno, oltre al presidente di Svem Sviluppo Europa Marche Andrea Santori, il sindaco del Comune di Serra Sant’Abbondio Ludovico Caverni, il priore di Fonte Avellana Gianni Giacomelli, il presidente della Camera di Commercio delle Marche Gino Sabatini e rappresentanti della Regione Marche.

Dopo la presentazione dell’azione pilota, che si svolgerà presso lo Scriptorium, seguirà intorno alle 13 il taglio del nastro del Centro di interpretazione e una visita guidata.

Questo nuovo spazio coinvolge il visitatore in una narrazione emozionale ed immersiva dedicata alla millenaria storia del Monastero di Fonte Avellana.

Attraverso pannelli descrittivi e supporti multimediali, il Centro offre diverse chiavi di lettura per interpretare le testimonianze immateriali lasciate nei secoli dai monaci e conoscere il ruolo centrale del monastero non solo dal punto di vista religioso e culturale, ma anche di tutela delle risorse naturali e sviluppo sostenibile del territorio.

Frutto di un anno di lavoro condotto da Svem con il prezioso supporto della Congregazione dei Monaci Camaldolesi di Fonte Avellana, il Centro è stato realizzato come azione pilota nell’ambito del progetto strategico “Take it slow”, che vede insieme Italia e Croazia nel promuovere lo spazio di cooperazione territoriale dell’Adriatico come destinazione turistica verde, intelligente, sostenibile, accessibile e slow.

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