A 250 anni dalla morte un convegno su Luigi Vanvitelli
Un convengno alla Mole di Ancona dell'architetto che ha progettato la Reggia di Caserta e la Mole di Ancona in occasione dei 250 anni dalla morte
ANCONA – Dopo 250 anni dalla sua morte, “Luigi Vanvitelli ristabilisce un legame culturale tra le Marche e la Campania. Territori molto diversi tra loro ma accomunati dall’obiettivo di porre la cultura come elemento decisivo di crescita, non solo sociale ma anche economica”. Lo ha affermato l’assessore regionale alla Cultura delle Marche, Chiara Biondi, intervenendo all’apertura dei lavori del Convegno internazionale di studi “Luigi Vanvitelli, il Maestro e la sua eredità 1773-2023”, alla Mole Vanvitelliana di Ancona.
Quest’anno ricorre il 250° anniversario della morte del poliedrico architetto, padre della Reggia di Caserta e progettista del Lazzaretto (Mole) del capoluogo marchigiano.
In occasione della ricorrenza, la Reggia e il Comune di Caserta hanno elaborato un programma di celebrazioni sul territorio nazionale. La Regione Marche ha sostenuto il convegno del capoluogo, nel luogo simbolo di Ancona dell’indiscusso genio del Settecento.
“Approfondendo Vanvitelli scopriamo anche un altro modo di raccontarlo e di promuoverlo, puntando su itinerari a tema che potranno arricchire l’offerta della città di Ancona e delle Marche – ha detto l’assessore – Dalle nostre radici storiche e culturali siamo in grado, insomma, di trarre ancora linfa, attingendo da un uomo del suo tempo (architetto, ingegnere, musicologo, inventore) che ha saputo guardare avanti con esempi di architettura e ingegneria che rappresentano una lezione per le moderne generazioni”.
Il presidente del Consiglio regionale Dino Latini ha evidenziato come “le Marche devono molto al maestro Vanvitelli. La sua figura è ancora attuale oggi, quando si parla di grandi opere. La sua capacità di gestire, con i propri collaboratori, più cantieri simultaneamente, spesso complessi e imponenti, rappresenta uno splendido esempio di come queste grandi opere vadano ultimate e non rimangano delle incompiute”.
Vanvitelli, è stato poi evidenziato, ha mosso i primi passi nelle Marche e ha ridefinito la città di Ancona attorno al suo porto. “Per noi amministratori cittadini queste celebrazioni rappresentano una grande opportunità per svolgere riflessioni puntuali, accorte e responsabili su come questa visione dell’epoca vada oggi salvaguardata – ha sottolineato il sindaco Daniele Silvetti – Le scelte strategiche che vogliamo delineare guardano al porto antico, alla Mole Vanvitelliana, al Molo Clementino. Scelte amministrative che non si piegheranno a presunte velleità di sviluppo economico.
Lo sviluppo di questa città è indubbiamente importante, ma il dato identitario e culturale che rappresenta l’essenza di Ancona non potrà ammettere sconti. Abbiamo il dovere di trasmettere alle prossime generazioni un patrimonio che dobbiamo salvaguardare”.
Tiziana Maffei, direttore generale Reggia di Caserta, ha affermato che “le Celebrazioni vanvitelliane sono un’occasione per rileggere l’eredità lasciata dal suo grande artefice materiale: l’architetto Luigi Vanvitelli. Un pretesto per riconoscere e dare visibilità al suo ingegno, impegno, umanità e capacità di essere Maestro. Grazie all’opera dei suoi discepoli, il suo linguaggio si è diffuso nel tempo e nello spazio”.
Le celebrazioni sono dunque “l’opportunità per portare nel nostro contemporaneo i valori trasmessi dall’opera di Luigi Vanvitelli. La Reggia di Caserta, senza dubbio, è il suo lascito testamentario, il suo trattato scritto dalla materia del costruire, concentrato di cinquant’anni di esperienza professionale.
L’omaggio a Vanvitelli è quindi un modo per riconoscere l’umanità dell’artista, ma soprattutto il lascito materiale e immateriale della sua professionalità. Tutto ciò è possibile solo con un lavoro diffuso sul territorio nazionale e in uno spirito di cooperazione interistituzionale”.