Il Metauro
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L’Accademia Raffaello rende omaggio al “divin pittore”

Cerimonia sia ad Urbino che a Roma al Pantheon dove si trova la tomba di Raffaello Sanzio.

Gli accademici Andrea Ligi e Giorgio Girelli davanti alla tomba di Raffaello al Pantheon

URBINO – Come ogni anno l’Accademia Raffaello ha reso onore al “divin pittore” sia ad Urbino che a Roma dove ha avuto luogo la deposizione di una corona di alloro sulla sua tomba al Pantheon sormontata dalla Madonna del Sasso, scolpita dall’allievo di Raffaello, Lorenzetto.

In essa è presente il seguente epitaffio di Pietro Bembo: «Qui giace Raffaello, dal quale la natura temette mentre era vivo di esser vinta; ma ora che è morto teme di morire».

La vicenda di questo celebre sepolcro è stata ricostruita da Anna Lisa Genovese (La Tomba del divino Raffaello, Roma 2015).

I resti mortali del pittore restarono scompaginati dalle esondazioni del Tevere e ritrovati il 14 settembre 1833 a seguito dello scavo dello scultore Giuseppe De Fabris nel luogo dell’originaria tomba raffaellesca collocata nella cappella della Madonna del Sasso.

La tomba di Raffaello Sanzio

Furono ricomposti in una cassa di legno di pino, inserita a sua volta, il 18 ottobre, in un deposito di piombo sistemato in un sarcofago di marmo bianco del I secolo d.C. proveniente dai depositi dei Musei Vaticani e donato da Gregorio XVI che aveva molto incoraggiato il lavoro di De Fabris dopo l’avvio del progetto di ricognizione del sepolcro di Raffaello.

Come noto, fu eccezionale la precocità del grande Pittore. A Città di Castello, nel dicembre del 1500, firmò il suo primo contratto con Andrea Baronci per la esecuzione della “Incoronazione di San Nicola da Tolentino”, tavola –  come precisa Stefano Bucci –  di quasi quattro metri di altezza. Era allora appena diciassettenne e già veniva chiamato magister Rafel.

L’incontro celebrativo a Roma è stato preparato dagli accademici Giuliano Cesaretti, che ha ben interpretato i sentimenti dei  convenuti con elevate parole su  Raffaello, ed Andrea Gherardo Ligi, il cui ascendente conte urbinate Pompeo Gherardi dette vita nel 1869 alla prestigiosa Accademia.

L’Istituzione nel 1873 riuscì ad acquistare la casa natale di Raffaello, anche grazie ad una consistente donazione del nobile inglese Morris Moore e ad insediarvi la propria sede, oggi, a Urbino, ubicata in Palazzo Viviani.

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