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CNA a Governo e Ue “Le banche non chiudano il rubinetto ora”

Moreno Bordoni: “Gli istituti di credito debbono accordare alle imprese e alle famiglie nuove moratorie di pagamento dei finanziamenti e prorogare quelle in essere”

Moreno Bordoni, segretario della CNA di Pesaro e Urbino

PESARO – La mancanza di credito e liquidità, rappresentano per imprese e famiglie un pericolo mortale, soprattutto in questo momento così duro. Ecco perché secondo la CNA occorre continuare a garantire la necessaria liquidità alle attività e cercare di ottimizzare l’attuale disciplina del Quadro Temporaneo degli aiuti di Stato (Temporary Framework) Stato in relazione all’evoluzione della situazione.  E’ la richiesta che CNA ha inviato al Governo e alle istituzioni europee con due lettere sottolineando che “il prolungarsi della crisi sanitaria determinata dal Covid-19 continua a incidere negativamente sulle attività di impresa e allontana per molte di esse la ripresa. Tale grave situazione ha evidenti rilevanti impatti economici e sociali”.

“E’ fondamentale sostenere le imprese – dice il segretario della CNA di Pesaro e Urbino Moreno Bordoni – evitando che perdano capacità produttiva: occorre creare i presupposti sulla base dei quali le imprese, una volta terminata l’emergenza sanitaria, abbiano le capacità, anche finanziarie, per riattivare rapidamente la produzione e contribuire alla crescita economica del Paese”.

Bordoni aggiunge: “In riferimento al tema della liquidità, è necessario che le banche possano accordare alle imprese e alle famiglie nuove moratorie di pagamento dei finanziamenti e prorogare quelle in essere, senza l’obbligo di riclassificare il debitore in negativo (forborne) o, addirittura, in insolvente (default) secondo la regolamentazione europea in materia; riattivando la flessibilità che l’EBA aveva concesso alle banche europee all’inizio della crisi economica”.

Per quanto riguarda il Quadro Temporaneo degli aiuti di Stato, il limite, di sei anni per gli aiuti, come garanzia sui prestiti, è estremamente stringente. È necessario estendere la garanzia pubblica da sei anni a non meno di quindici anni. Ciò consentirebbe alle imprese di diluire il proprio impegno finanziario su un arco di tempo più lungo, avendo a disposizioni maggiori risorse per affrontare la fase della ripresa con successo.

Per la CNA “Vanno favorite le operazioni di ridefinizione della durata dei finanziamenti in essere con le garanzie offerte dal Fondo di garanzia per le PMI, l’Ismea, la Sace, il sistema dei Confidi o altri soggetti autorizzati e con copertura degli eventuali maggiori oneri per le imprese mediante adeguati contributi in conto capitale ammissibili secondo la disciplina del Temporary framework”.

Moreno Bordoni conclude: “L’eccezionale severità della crisi richiede di intervenire con tempestività e pragmatismo per limitare le negative conseguenze economiche e sociali”.

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