“Terapie intensive, la regione Marche segua l’esempio dell’Emilia Romagna”
Il Forum Provinciale per i Beni comuni invita la regione ad abbadonare il progetto su Civitanova Marche e seguire l'esempio della vicina Emilia Romagna
PESARO – “La Regione Marche ci ripensi e per i nuovi posti letto di degenza e terapia intensiva e sub intensiva segua l’esempio dell’Emilia Romagna”.
Con questa richiesta il Forum provinciale per i Beni comuni ribadisce la sua contrarietà ai 90 posti letto temporanei presso il polo Fiera di Civitanova Marche, e invita ad approfondire il progetto Covid Intensive Care già in corso in 4 città dell’Emilia Romagna.
Da quanto apprendiamo dalla stampa si tratta di una rete di terapie intensive di 146 posti letto, utilizzabili anche in futuro per eventuali necessità, presso sei ospedali a Rimini, Bologna, Parma e Modena, in cui verranno ristrutturati, completati o realizzati reparti ospedalieri e strutture dedicate.
Anche in questo caso sono previsti tempi brevissimi e un ruolo importante della Protezione civile nazionale per la fornitura di attrezzature.
Le alternative alla struttura temporanea a Civitanova quindi ci sono, e il rallentamento dei contagi consentirebbe una nuova programmazione.
Chiediamo quindi che anche la Regione Marche decida di utilizzare le strutture ospedaliere esistenti per realizzare una dotazione aggiuntiva permanente di terapie intensive, liberando le strutture ad alta complessità da funzioni che potrebbero essere svolte altrove.
Indispensabile in ogni caso il ruolo degli ospedali filtro per le medie e basse complessità e il conseguente reintegro nella rete delle 13 strutture ospedaliere perse, le cui potenzialità vanno invece conservate nel sistema pubblico dedicandole immediatamente alla cura, alla prevenzione e alla riabilitazione.
Anche per l’assistenza territoriale ribadiamo che soprattutto per la fase che ci attende è particolarmente importante il monitoraggio capillare dei contagiati e degli immuni, e la messa a regime di terapie domiciliari tempestive per ridurre l’evoluzione della malattia e il numero di ricoveri, e la fornitura dei dispositivi di protezione individuale in particolare al personale sanitario”.