FANO – Anche Italia Nostra si unisce a Legambiente Fano per chiedere al comune di non abbattere i lecci di Piazza Marcolini. L’appello viene esteso anche al progetto di piazza Andrea Costa.
Recentemente è stato presentato il progetto di riqualificazione dello spazio cittadino che prevede l’abbattimento degli alberi e la loro sostituzione con nuove piante.
“Italia Nostra – afferma Federica Tesini presidente della sezione di Pesaro e Fano – si unisce alle proteste per l’abbattimento dei lecci di piazza Marcolini che non è assolutamente giustificabile per le buone condizioni in cui versano le piante e per la grave perdita che si produrrebbe in termini di produzione di ossigeno, mitigazione delle temperature – fino a 3,5 gradi – di assorbimento delle polveri sottili PM 10 e PM 2,5, e di riduzione della CO2 e del gas serra, fino a 20 kg all’anno per ogni albero.
Si invita pertanto il Sindaco a sospendere tutte le iniziative che prevedano la distruzione del patrimonio arboreo della città, che ha un valore immenso per la salute dei cittadini e si fonde in armonia con il contesto del paesaggio urbano storico e monumentale.
Per le stesse ragioni si chiede di non procedere all’abbattimento dei tigli di piazza Andrea Costa, perché le piante che dovrebbero sostituirli impiegherebbero almeno mezzo secolo a raggiungere i livelli di produzione dei ben noti benefici incluso il mantenimento della biodiversità per il riparo che gli alberi offrono a varie specie animali.
Purtroppo anche recentemente si è andati in controtendenza in varie circostanze, come nel caso della pista ciclabile di Ponte Sasso con l’abbattimento di 50 tamerici in ottime condizioni vegetative di 50-70 anni di vita.
Quasi tutti i progetti di riqualificazione urbana sono anacronistici e non tengono conto degli studi che hanno verificato la connessione tra la presenza di alberi e il benessere fisico, cognitivo e psichico dei residenti negli spazi verdi urbani ed extraurbani. E’ ora di cambiare prospettiva e sono convinta che si potranno modificare tali progetti con il mantenimento delle alberature storiche che vanno considerate insostituibili”.