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“Superbonus ed ecobonus, l’edilizia è a rischio speculazione”

Le materie prime del settore hanno registrato un aumento di prezzi che va dal 30 al 70%. La denuncia di CNA.

fausto baldarelli cna
Fausto Baldarelli (CNA)

PESARO – Superbonus ed ecobonus a rischio speculazione: la denuncia arriva dalla CNA di Pesaro e Urbino che richiama l’attenzione su un problema che sta mettendo in fibrillazione molte imprese del settore a causa dello spropositato aumento delle materie prime.

Il superbonus del 110% e la riconferma degli incentivi statali (ecobonus del 90% per le facciate, del 65% per le ristrutturazioni, cappotti e impianti termici), sono misure che hanno creato grandi aspettative ed una mole notevole di richieste di interventi nel settore dell’edilizia e dell’impiantistica e che hanno certamente contribuito a dare una forte scossa a tutto il settore.

Ma subito occorre registrare una grande criticità che rischia di danneggiare le imprese e i cittadini e di vanificare gli sforzi del Governo.

A spiegarla è Fausto Baldarelli: “Si tratta – dice il responsabile di CNA Costruzioni di Pesaro e Urbino – vertiginoso aumento dopo l’approvazione dei provvedimenti delle materie prime per l’edilizia ed in particolare di calcestruzzo, ferro, laterizi, colle, vernici, legno e prodotti vari.

Si tratta di aumenti che ci hanno segnalato le nostre imprese e che oscillano da un minimo del 12% ad un massimo del 67%. Ma vediamoli in dettaglio. Il calcestruzzo ha avuto un rincaro medio del 12%; il materiale isolante del 15%. Il ferro ha subìto rialzi del 30% mentre il legno del 20%. Tutto il materiale da cantiere ha registrato una vera e propria impennata che rasenta la speculazione con un aumento vicino al 70%”.

“Oltretutto – denuncia la CNA – questi aumenti sforano abbondantemente il prezziario regionale, una sorta di listino prezzi dei materiali e punto di riferimento per le imprese e i soggetti appaltanti sia per quanto riguarda il superbonus del 110% che per le gare pubbliche attraverso il quale sono stati approntati in questi mesi molti preventivi e offerte.

Ed ora questi aumenti mettono in condizioni imbarazzanti le imprese, costrette in molti casi a rivedere i loro preventivi o, peggio, a dover concludere lavori già iniziati con un aumento dei costi a consuntivo che il committente potrebbe non accettare o riconoscere”.

La denuncia fatta dalle imprese del settore non è rimasta inascoltata.

A prendere posizione ufficialmente è anche la CNA di Pesaro e Urbino. “Per noi – dice il segretario provinciale, Moreno Bordoni – si tratta di aumenti inaccettabili e ingiustificati.

In un momento di grave difficoltà per il nostro Paese in cui tutta l’economia stenta a ripartire, questo lievitare dei prezzi delle materie prime dell’edilizia ci pare inaccettabile. Un aumento della domanda non può tradursi in una impennata dei prezzi.

Così non si da una mano al Paese e alla ripartenza. Non solo. Questi aumenti rischiano di vanificare le misure adottate dal Governo tese non solo a favorire una categoria ma tutti quegli interventi a edifici pubblici (scuole, ospedali) e alla ricostruzione nelle aree terremotate che possono e debbono ripartire grazie anche a queste misure”.

Per tutto questo CNA Costruzioni e CNA di Pesaro e Urbino chiedono un intervento da parte degli organi di controllo per evitare manovre speculative nella filiera come quelle che si stanno registrando e chiede un incontro urgente con il Commissario per la ricostruzione Giovanni Legnini.

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