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Pesca sportiva, 65 quintali di trote immesse nei fiumi marchigiani

65 quintali di trote iridee immesse nei fiumi marchigiani per attività sportive ed agonistiche. Progetto triennale autorizzato dal ministero.

trota irideaPESARO – Il Ministero della Transizione Ecologica (MiTE) ha risposto positivamente alla richiesta triennale di autorizzazione, proposta dalla Regione Marche, per l’immissione di 65 quintali di trote iridee destinate alle attività di pesca sportiva ed agonistica su dodici tratti fluviali distribuiti su tutte le province del territorio regionale.

Dal divieto all’autorizzazione: le Marche sono state l’apripista in Italia per la pesca alla trota. Un percorso concertato con le associazioni ed un confronto assiduo ed in costante evoluzione con il Ministero per garantire ai pescatori le migliori condizioni di pesca possibili nel rispetto dell’ambiente.

L’autorizzazione ottenuta è frutto di un lavoro di ascolto delle esigenze dei pescatori ed una costante interlocuzione con il Ministero della Transizione Ecologica al fine di individuare un percorso amministrativo che finalmente possa consentire un adeguato esercizio della pesca sportiva ed agonistica nelle Marche.

Attività peraltro precedentemente vietata su tutto il territorio nazionale fino al 2021, quando gli uffici regionali, su indicazione dell’assessore Carloni, hanno intrapreso una proficua quanto complessa istruttoria finalizzata al ripristino dell’attività piscatoria dopo un periodo di “stallo gestionale” che ha visto il blocco dell’attività di immissione di trote in tutta Italia.

Un calendario che rappresenta un unicum a livello nazionale: garanzia per l’attività piscatoria nel rispetto della biodiversità.

Carloni: “per ora sono soddisfatto del metodo applicato perché abbiamo superato una montagna di burocrazia ed individuato un percorso sostenibile da un punto di vista amministrativo. Un impianto progettuale che ha aperto una via che poi è stata sfruttata anche da altre regioni. Non a caso ad oggi le Marche sono tra le pochissime Regioni in Italia autorizzate dal Ministero all’immissione di trote.

Per quanto riguarda il risultato – continua Carloni – considero questa autorizzazione triennale un punto di partenza fondamentale perché da stabilità al settore; consente ai pescatori di tornare a pescare in tutte le province delle Marche; da respiro all’indotto delle aree interne penalizzate dal blocco dell’attività e permette alle associazioni di organizzare gare sportive anche di carattere nazionale”.

Pronto un nuovo progetto per lo svolgimento delle gare che integra l’autorizzazione.

Non appena ottenuta l’autorizzazione ministeriale l’assessore Carloni ha subito formalizzato una richiesta integrativa a quanto già ottenuto dal MITE, concordando con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) la condivisione di un progetto integrativo finalizzato all’immissione di ulteriori quantitativi di Trote per effettuare dal prossimo settembre, gare di pesca ad alto valore sportivo nei fiumi: Burano, Esino, Tenna, Potenza e Tronto.

Tramite la richiesta, sarà possibile utilizzare il materiale ittico elencato in Tabella, per singoli eventi agonistici annuali, nei campi gara consentiti dei rispettivi bacini, nel periodo Settembre-Novembre, che si aggiunge a quanto già previsto dall’autorizzazione.

nome bacino idrico      kg di materiale ittico
fiume Burano                         100
fiume Esino                            550
fiume Potenza                       100
fiume Tenna                          100
fiume Tronto                          100
(Tabella 1: materiale ittico richiesto per singolo evento agonistico a carattere sopra regionale)

L’importanza di un calendario triennale

La valenza triennale dell’autorizzazione consente di stabilizzare un settore da troppo tempo preda delle incertezze normative.

Carloni: “esiste un indotto importante legato alle attività economiche e ricettive che gravitano attorno al settore in particolare nelle aree interne della regione, che negli ultimi anni è stato fortemente penalizzato dal blocco delle attività di pesca sportiva.

Ora abbiamo ottenuto quelle garanzie necessarie per dare stabilità e continuità alla pesca, una solida base di lavoro per implementarne le attività con specifici progetti integrativi finalizzati al miglioramento ed ampliamento della pesca sportiva ed agonistica”.

Autorizzati tratti fluviali su tutte le province, da nord a sud della regione

Dal Burano al Tronto, la distribuzione delocalizzata mette a disposizione di tutti i cittadini marchigiani di accedere alla pesca. Grazie all’autorizzazione, sono stati integrati dei tratti fluviali storici, esclusi nell’anno 2021. Nello specifico:

Vengono inclusi tratti che rappresentano il cuore delle attività sportive, agonistiche e più in generale della pesca nelle Marche, come quelli del Fiume Tenna. L’aggiunta di questo fiume permette, rispetto al 2021, di coprire tutte le provincie, che avranno almeno un tratto di competenza destinato ad eventi sportivi ed agonistici.

Ogni provincia è rappresentata nel percorso e i quantitativi di specie introdotti sono aumentati. Anche in questo punto si sottolinea come ciò rappresenti una solida base di partenza per uno sviluppo futuro e un ampliamento dei tratti in cui pescare.

Sul torrente Mutino, sito a Nord delle Marche, il Ministero ha autorizzato l’individuazione di un campo gara che per estensione e semplicità di accesso permetterà lo svolgimento di attività agonistiche e ricreative in un luogo poco sfruttato ma dalle potenzialità elevate per bontà alieutica e potenzialità turistica.

Altro punto di forza dell’autorizzazione ottenuta è stata l’individuazione sul fiume Potenza di un tratto di almeno 2 chilometri di lunghezza destinato alle attività agonistiche, sito che per dislocazione geografica e bontà delle acque risulta capace di accogliere un elevatissimo numero di pescatori.

In totale i tratti fluviali interessati alle immissioni sono dodici, da nord a sud della regione: Mutino, Metauro, Burano, Bosso, Cinisco, Cesano, Esino, Potenza, Chienti, Tenna, Aso e Tronto.

Carloni: “Abbiamo scalato una montagna di burocrazia che avrebbe intimorito chiunque, ma ora, dopo un percorso durato più di un anno, siamo finalmente usciti dal tunnel dell’incertezza e dell’improvvisazione e garantito alla pesca sportiva marchigiana un futuro con più certezze e serenità.

Sono convinto che la pesca sportiva sia una tradizione irrinunciabile per le Marche, per questo assieme alle associazioni piscatorie e a quelle ambientali continueremo a lavorare incessantemente affinché l’esercizio della pesca sportiva e la tutela dell’ambiente possano trovare quella convergenza utile a valorizzarne la reciproca importanza”.

fonte: Regione Marche

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