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Patrick Zaki è cittadino di Pesaro

Il Consiglio Comunale approva all’unanimità la cittadinanza onoraria del giovane studente detenuto in Egitto

Pesaro cittadinanza Patrick Zaki

PESARO – È iniziato con il ricordo che il presidente Marco Perugini ha fatto di Teresa Mattei, ex partigiana, politica e pedagogista italiana, grazie alla cui proposta il fiore di mimosa divenne simbolo della Giornata internazionale delle donne, il consiglio comunale di oggi, lunedì 8 dicembre. «Celebriamo le donne di ieri, di domani e di oggi, che stanno tenendo in piedi la società in cui stiamo vivendo. Dobbiamo creare un fronte comune nella lotta quotidiana per la parità di genere» ha aggiunto il presidente.

Fra i punti all’ordine del giorno sottoposti al Consiglio, l’approvazione all’unanimità (28 voti favorevoli su 28 presenti) dell’ordine del giorno “cittadinanza italiana onoraria a Patrick Zaki” presentato con urgenza e firmato dai consiglieri Anna Maria Mattioli (Pd), Camilla Murgia (Una città in Comune), Luca Pandolfi (Forza Pesaro #ungranbelpo’), Stefano Mariani (Il Faro), Maria Rosa Conti (Gruppo Misto), Lorenzo Lugli (Movimento 5 Stelle).

Perugini: «Deve rimanere alta l’attenzione e la pressione da esercitare quotidianamente affinché Patrick venga finalmente liberato, forti di un sentimento che condanna la violenza e qualsiasi sopruso, qualsiasi mancato rispetto dei diritti base dell’Uomo, condivisi storicamente dalla nostra città. 

E ancora: «Esprimiamo solidarietà, sostegno e vicinanza alla famiglia e alle Università di Bologna e Granada ha detto Perugini che ha aggiunto: Chiediamo al Governo Italiano di impegnarsi a promuovere in tutte le sedi istituzionali azioni opportune affinché si attivino per il rilascio di Zaki».

Murgia ha ricordato che «Zaki sta scontando il suo secondo anno di detenzione. E poco fa sono stati annunciati altri 45 giorni di detenzione cautelare. Anche per questo è quanto mai urgente presentare questo ordine del giorno per conferire la cittadinanza italiana e la cittadinanza ordinaria a Zaki. È un’iniziativa che appartiene a una voce collettiva che si sta facendo sempre più alta e che vede coinvolti numerosi tra enti e associazioni internazionali, uniti alla famiglia di Patrick. Ma questo non è abbastanza. Dobbiamo fare di più ed è simbolico che il documento che presentiamo oggi possa essere votato l’8marzo, in un giorno in cui la parola “diritto” assume una valenza ancor più significativa». 

Approvare all’unanimità l’ordine del giorno, per Murgia «sarebbe davvero un ottimo esempio di rappresentanza e di battaglia per la tutela di diritti. Conferire la cittadinanza significa accelerare le azioni volte alla sua liberazione. Dobbiamo correre, perché non vorrei ci ritrovassimo a dover decidere in quale luogo posizionare un nuovo cartello vicino a quello di Giulio Regeni. Abbiamo già una macchia sulle nostre coscienze, ora riportiamo Patrik a casa».

Lugli: «Aderiamo con convinzione all’iniziativa non solo perché è estremamente importante ma in quanto un’azione di civiltà. Dobbiamo riportare a casa questo studente in carcere per delle accuse non provate, si parla di incitamento alla rivolta per dei messaggi scritti su Facebook e l’Italia non può permetterlo. Così come non possiamo permetterci un nuovo caso Regeni. Portiamo a casa Patrick».

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