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Luisa e Peppino: sali, tabacchi e qualche valzer

Luisa Barberini si è spenta all'età di 98 anni. La sua intervista pubblicata nel numero 100 del Giornale del Metauro di dicembre 2013.

luisa barberini e giuseppe beltrami
Luisa Barberini e Giuseppe Beltrami (Peppino) nel loro negozio di via Flaminia

LUCREZIA – Luisa Barberini ci ha lasciato all’età di 98 anni. Un altro pezzo della Lucrezia storica che se ne va. La sua vita è legata al marito Giuseppe (Peppino) Beltrami e alla loro storica attività di generi alimentari lungo la via Flaminia.

La ricordiamo con l’intervista pubblicata nel numero 100 del Giornale del Metauro, realizzata nel dicembre del 2013. Un testo di qualche anno fa ma ancora profondamente attuale.

I funerali di Luisa si svolgeranno Lunedì 29 marzo alle 10.45 partendo dall’abitazione di via Flaminia per la chiesa parrocchiale di Lucrezia. La salma sarà tumulata nel cimitero comunale di Cartoceto. Le condoglianze da parte della redazione ai famigliari e alle figlie Rosanna e Milena.

“Mai come nei periodi di crisi, si sente la necessità di ripercorrere passi del nostro passato, alla ricerca di quei fondamentali, forse andati perduti e di cui, le generazioni più giovani non hanno potuto beneficiare. Sono storie legate spesso alla fatica, segnate dalla guerra ma con tanta voglia di riscatto e di vitalità.

E’ cosi anche per la storia di Luisa Barberini, classe 1922, montemaggiorese di origine, trasferitasi a solo un anno a Calcinelli per poi arrivare a Lucrezia quando aveva 17 anni visto che il babbo, Eugenio, era diventato il custode della Berloni Petroli.

luisa e peppino il giorno del loro matrimonio
1945 – Luisa e Peppino il giorno del loro matrimonio

Luisa proveniva da una famiglia abbastanza benestante. Sua mamma era una Rossi e la famiglia materna gestiva una macelleria a Montebello. In famiglia c’erano anche due sacerdoti don Gherardo Rossi e don Getulio Rossi. Luisa era la figlia più piccola dopo Renata, Rina, Arsenio, Rosina e Franco.

A Lucrezia, Luisa conosce Giuseppe Beltrami nel periodo in cui lui era militare a Fano. Tanto era l’amore che ricorda «andavo tutti i giorni, in bicicletta, in caserma a trovarlo e quando mi chiedevano chi fossi rispondevo: “La fidanzata”».

Peppino, così era chiamato da tutti Giuseppe, la riaccompagnava fino a Cuccurano, oltre non poteva perché avrebbe fatto tardi per rientrare in caserma. Dopo un fidanzamento durato otto anni, si sposano il 28 ottobre 1945.

La chiesa parrocchiale era stata bombardata e le funzioni religiose si tenevano nei locali della Cantine Pandolfi (oggi area del bocciodromo comunale). La sera prima si erano andati a confessare alla Villa Adanti, altro luogo utilizzato per le celebrazioni religiose.

Luisa ricorda con simpatia l’aneddoto del viaggio di nozze a cui prese parte curiosamente anche la sorella Rina, a Roma dove viveva la sorella Rosina, «quindi anziché essere una coppia, eravamo un trio».

Luisa con le due figlie Milena e Rosanna

A Lucrezia, la famiglia di Peppino si era sempre dedicata al commercio, distrutta la casa sulla Flaminia a causa dei bombardamenti, viene aperto un piccolo emporio lungo il viale delle stazione.

«Eravamo sempre aperti – ricorda Luisa – che assieme al marito e alla suocera Adalgisa Santini detta “Gigia” gestivano l’attività – la domenica la gente passava al ritorno dalla Messa». Lì si vendevano anche i tabacchi, gli anziani erano soliti barattare un sigaro con uno o due uova.

Nel 1955 viene ricostruita la nuova casa, ancora oggi visibile all’incrocio per Cartoceto, da allora l’alimentari ed il tabacchi proseguono l’attività fino al 31 agosto 1994, data della chiusura definitiva.

«La mia giornata iniziava alle 6 di mattina – ricorda Luisa – l’ora dell’arrivo del pane dal forno Arceci. Peppino arrivava dopo di me in negozio. Era immancabile che si presentasse sempre compunto con la sua cravatta ed il grembiule bianco. L’orario era continuato per cui a pranzo si mangiava uno alla volta.

D’estate, visto che durante il giorno molti erano impegnati nei lavori dei campi, c’era chi veniva a fare spesa anche a mezzanotte. Eravamo in grande sintonia anche con gli altri alimentari e tabacchi del paese, Sanchioni e Fava».

Una vita, quella di Peppino e Luisa, dedicata al lavoro ma anche a qualche svago. «Eravamo entrambi appassionati di ballo – ci racconta – ci piacevano il Valzer e la Polca, abbiamo ballato anche per tre ore consecutive assieme ai nostri amici Walter e Liliana Bargnesi, Savino e Maria Ciacci, Amilcare ed Amelia Crucini».

I luoghi dove poter ballare si contavano sulle dita di una mano e soprattutto si poteva ballare solo in certi periodi dell’anno, esempio Carnevale. Accanto a casa loro c’era un capannone che veniva adibito a salone da ballo, il problema sorse quando ad un certo punto il parroco minacciò di non passare più per “l’acqua santa” se fosse continuata quell’attività. E così fecero.

Lavoro ed affetti, affetti e lavoro. Una storia semplice ma vera quella di Luisa e Giuseppe, venuto a mancare nel 2005. Aneddoti allegri e meno allegri. Una racconto che dimostra una grande tenacia di cui oggi abbiamo veramente tanto bisogno”.

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