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Le parole del Vescovo all’assemblea diocesana: dialogo e profezia

L'assemblea pastorale della diocesi di Fano coinvolge 42 consigli pastorali, per la prima volta costituiti in ogni parrocchia.

vescovo trasarti assemblea diocesanaFANO – E’ iniziata ieri lunedì 7 giugno e prosegue oggi martedì 8 giugno l’assemblea pastorale diocesana, parte in modalità on-line e parte in presenza.

Partecipano all’assemblea i 42 consigli pastorali parrocchiali, per la prima volta costituiti in ogni parrocchia della diocesi con ben 754 persone coinvolte, e convocati contestualmente.

Ad introdurre i lavori dell’assemblea il vescovo Armando Trasarti che ha focalizzato il suo intervento su alcune parole cruciali: “Dobbiamo essere – ha detto il vescovo – credenti, credibili e felici. Dio ci ama così come siamo, con la nostra storia e il nostro passato personale.

Se ci sentiamo amati allora possiamo dare il meglio di noi stessi mettendoci a servizio degli altri …se abbiamo dubbi su questo – ha aggiunto il vescovo – guardiamo il crocifisso, il più grande segno d’amore di Dio per noi. Dobbiamo essere riflesso della grazia del risorto.

Il dialogo e la profezia sono gli elementi necessari per incontrare la società portando ad essa pace e carità, solo così potremo costruire ponti con tutti; ripartiamo dal basso, dal popolo di Dio, con le sue fatiche quotidiane”.

Altre quattro parole hanno risuonato nell’intervento di Monsignor Trasarti: vicinanza, compassione, tenerezza e capacità di unire – queste le parole da attualizzare per camminare insieme, per essere sempre più sinodali.

Questa ultima parola, così diffusa, vuol dire mettersi in ascolto dello Spirito Santo che ci unisce, ci rende capaci di progettare, dialogare, ascoltare l’altro in piena armonia.

Dobbiamo tornare ad ascoltare la gente riscoprendo le relazioni senza dare nulla per scontato, essendo capaci di usare un linguaggio nuovo, senza umiliare la religiosità popolare, e coinvolgendo pienamente l’associazionismo che deve stare dentro a questo cammino di Chiesa evitando slogan e retoriche inutili.

Basta con il dualismo preti-laici – ha concluso il vescovo – siamo tutti battezzati in cammino che devono mettere al centro la comunità in una prospettiva missionaria di annuncio della buona notizia”.

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