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“La Muta” vola a Londra e tornerà ad Urbino in agosto

Il dipinto sarà in prestito alla National Gallery per una mostra su Raffaello. Rientrerà alla Galleria Nazionale delle Marche il 7 agosto.

Raffaello, Ritratto femminile, XVI sec, Galleria Nazionale delle Marche
Raffaello, Ritratto femminile conosciuta come “La Muta”, XVI sec, Galleria Nazionale delle Marche

URBINO – Normalmente visibile nell’Appartamento della Duchessa, al piano nobile della Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, il Ritratto femminile di Raffaello – la figura dipinta su tavola nei primi anni del XVI secolo nota anche come La Muta – tra aprile e luglio 2022 sarà protagonista di una trasferta a Londra che la terrà temporaneamente lontana dal museo marchigiano. Qui la si potrà ammirare fino a martedì 22 marzo, poi di nuovo da domenica 7 agosto.

«Il prestito del dipinto – afferma Luigi Gallo, Direttore della Galleria Nazionale delle Marche – è connesso alla politica di collaborazione tra la nostra galleria e il museo londinese, che ha permesso di esporre ad Urbino capolavori come la Madonna Aldobrandini e la Madonna Mackintosh in occasione della mostra che, tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 aprì le celebrazioni raffaellesche, proprio nella sua città natale».

Secondo impegni assunti dalla precedente direzione della Galleria, il capolavoro di Raffaello parteciperà infatti alla mostra “Raphael” in programma dal 9 aprile fino al 31 luglio 2022 nelle prime otto sale della National Gallery di Londra.

Nella capitale inglese convergerà una selezione di opere dell’artista urbinate provenienti, oltre che dalla Galleria Nazionale delle Marche, anche dal Louvre di Parigi, dal Prado di Madrid, dalla Galleria degli Uffizi di Firenze, dai Musei Vaticani di Roma, dalla National Gallery of Art di Washington, con l’obiettivo di fornire un’opportunità di comprendere l’abilità, la creatività e l’ingegnosità di Raffaello.

Tra le opere più note dell’artista, il Ritratto femminile è anche tra le più discusse di Raffaello, soprattutto a causa dell’identificazione della figura femminile ritratta. Non vi è certezza, infatti, di chi si celi dietro l’enigmatico volto di giovane donna ritratta nel dipinto, la cui storia collezionistica ha un avvio sicuro nella Firenze dei primi anni del XVIII secolo: il quadro lo si ritrova a Palazzo Pitti tra i beni del gran principe di Toscana Ferdinando de’ Medici (inventario del 1702-1710); quindi nel 1713 è traslato nella villa medicea di Poggio a Caiano e 60 anni più tardi lo si trova agli Uffizi, prima nella sala dell’Ermafrodito e poi nella Tribuna.

Non è rintracciabile invece con certezza nei precedenti inventari del 1666 (eredità del cardinale Carlo de’ Medici) e del 1631 (eredità di Vittoria della Rovere) poiché in entrambi la descrizione dell’effigiata è troppo generica perché vi si possa identificare il soggetto del dipinto.

Dal 1927 è in deposito permanente alla Galleria Nazionale delle Marche dove, nel 1975 fu trafugata insieme ad altre opere e poi recuperata l’anno successivo in Svizzera. Nel 2014 è stata sottoposta ad approfondite indagini diagnostiche che hanno rivelato tante novità (soprattutto “pentimenti” nelle linee del volto e nella foggia dell’abito), ma non hanno permesso di procedere nell’identificazione della figura ritratta.

Nonostante il velo di mistero che ancora l’avvolge, il Ritratto femminile di Raffaello è una delle opere più ammirate della Galleria Nazionale delle Marche e da qui partirà alla volta di Londra dove potrà essere contemplata insieme a tanti altri capolavori dell’artista.

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