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Inchieste sanità marchigiana, mozione di sfiducia nei confronti di Ceriscioli

Il Movimento 5 Stelle presenta la mozione in consiglio regionale

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Il Consigliere Regionale del Movimento 5 Stelle Peppino Giorgini

ANCONA – Il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle ha presentato una mozione di sfiducia nei confronti del Presidente Luca Ceriscioli in seguito alle inchieste in corso da parte della Procura di Ancona sulla sanità marchigiana. Questa la nota stampa inviata dal consigliere pentastellato Peppino Giorgini.

“Le incredibili notizie sulle vicende giudiziarie di questi giorni, con l’esplosione dell’inchiesta sui presunti appalti truccati nella sanità che vedono coinvolto il direttore generale ASUR Marche, Alessandro Marini, ci inducono subito a pensare al noto proverbio che recita: “Il lupo perde il pelo ma non il vizio”.

Su questo, il governatore Ceriscioli finge di cascar dalle nuvole e cerca di tranquillizzare e sminuire la situazione facendo sapere a mezzo stampa: «Non è l’Umbria, non mi dimetto». Noi siamo di tutt’altro parere e, a tale proposito, abbiamo già formalizzato una mozione di sfiducia nei suoi confronti da discutere e mettere al voto in Assemblea Legislativa.

Noi del Movimento 5 Stelle infatti, che del principio di legalità abbiamo fatto la nostra bandiera, evidenziamo che un Governatore, come un buon padre di famiglia, avrebbe dovuto fare molta più attenzione alle persone di cui circondarsi e alle quali assegnare il ruolo di collaboratori di fiducia, soprattutto in un ambito così importante e strategico come la gestione della salute pubblica di 1,5 milioni di persone e che coinvolge quasi 3 miliardi di euro del bilancio regionale.

Quando con deliberazione di Giunta n. 620 del 27/7/2015 il nostro Presidente delle Marche procedeva a nominare Marini quale direttore generale ASUR sapeva chi era costui e i suoi trascorsi giudiziari? Sapeva il buon Ceriscioli dell’altra inchiesta, quella sulle consulenze d’oro all’ASL di Fano al tempo della gestione proprio di Marini, quale Commissario Straordinario (giugno 2002-luglio 2003)? Detta inchiesta diede luogo ad un caso non solo giudiziario, ma anche politico, nella quale fu coinvolta la società di Ancona “Business Intelligence s.a.s.”, alla quale Marini aveva affidato le attività di formazione del personale senza, secondo le accuse, una specifica esperienza in materia.

Gli inquirenti avevano ipotizzato il reato di truffa stante la mancanza di gara di appalto (necessaria per un incarico annuale di 200 milioni di vecchie lire). Un quadro accertato dal Servizio Ispettivo della Regione che aveva verbalizzato che la delibera per l’assegnazione degli incarichi “…risulta del tutto carente di motivazione e pertanto illegittima…” ed erano emerse anche gravi irregolarità formali dell’attività di formazione “…che è stata di volta in volta coordinata e gestita con rapporti diretti fra il Commissario e la società…” come riportato dal quotidiano Il Messaggero in data 7 Aprile 2004. Oltre all’affidamento non motivato, la stessa Regione non aveva trovato nessun riscontro sulle effettive presenze all’ASL 3, né tanto meno nessuna relazione finale, circostanze che la indussero a inoltrare i verbali alla Procura della Repubblica di Pesaro e alla Procura regionale della Corte dei Conti delle Marche, in quanto “negli stessi sono state rilevate illegittimità di natura amministrativa che incidono sull’impiego di denaro pubblico”.

La Corte dei Conti, nell’ottobre 2008, condannò Marini ad un risarcimento di 75 mila euro in favore dell’ente sanitario, mentre la Procura aveva chiesto una condanna per 150 mila. In sede penale, il processo si è concluso con l’assoluzione dell’ex Commissario Straordinario (Marini, appunto) perché l’accusa, sostenuta all’epoca dal PM di Pesaro Garulli (oggi a Capo della Procura di Ancona), non era riuscita a dimostrare l’elemento psicologico del reato e che l’incarico alla “Business intelligence” fosse un atto doloso che mirava a raggirare la legge.

Il fatto però rimane in tutta la sua gravità.

Ora, una domanda sorge spontanea: il governatore Ceriscioli, nel nominare nel 2015 Marini quale manager dell’Asur Marche, con chi si è confrontato? Non con i propri servizi amministrativi, poiché altrimenti l’avrebbero messo in guardia visti i precedenti del nostro soggetto.

La sua scelta è stata forse orientata dal suo partito? Può essere stata influenzata in qualche modo? A noi risulta che Marini, all’epoca, fosse nientemeno che Maestro Venerabile della Loggia n. 1164 “Giordano Bruno” di Jesi, come facilmente verificabile sul sito stesso dell’organizzazione in occasione dell’Evento Bruniano, il 16 marzo 2013, organizzato dai Fratelli marchigiani del Grande Oriente d’Italia con tanto di resoconto visionabile online.

È mai possibile che il PD, per mano del suo governatore /assessore, abbia messo la sanità marchigiana, e l’Asur Marche in particolare, nelle mani di un venerabile maestro?  

Come consigliere regionale del Movimento 5 Stelle non posso che esprimere un giudizio del tutto negativo sull’operato del governatore Ceriscioli nella scelta del manager Marini e assicuro tutto il mio impegno per combattere il sistema clientelare e di lottizzazione instaurato (sin dal 2003 cioè da quando è stata creata l’ASUR) nella sanità marchigiana. Ecco il perché della mozione di sfiducia nei confronti del presidente Ceriscioli, che mi auguro trovi ampia condivisione in aula consiliare.

Il mio pensiero, intanto, va al disastrato servizio sanitario che erediteranno i nostri figli, grande è la sensazione di abbandono che pervade ogni cittadino che abbia a che fare con la nostra sanità. Come pure è profondo lo scoramento dei cittadini di Amandola, ancora privati dei servizi sanitari essenziali a tre anni dal sisma, senza apparente ragione, e di quelli che risiedono e vivono nelle aree dei 13 ospedali chiusi. Vi è un urgente bisogno di cambiamento e di una diversa gestione regionale della sanità, più equa e solidale, più pubblica.

In Umbria andranno presto ad elezioni, a noi un anno sembrerà un secolo”.

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