Il Metauro
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Il comune di Senigallia cerca un direttore dei musei “a gratis”

Indignazione per l’avviso pubblico emesso dalla città marchigiana

senigallia-comune-direttore-museiSENIGALLIA –  La pubblicazione di un avviso pubblico del comune per la nomina di un nuovo direttore dei musei cittadini ha destato molto scalpore, perché? Perché l’incarico viene affidato in forma gratuita, senza retribuzione per il direttore e nessun costo per il comune.

La notizia ha scatenato l’indignazione del gruppo facebook “Mi riconosci? Sono un professionista dei beni culturali!” a cui il sindaco della città Mangialardi avrebbe risposto che questa è una prassi comune e che, comunque, in questo modo la comunità avrebbe sempre risparmiato delle risorse.

Si tratta dell’ultimo di tanti episodi in un’Italia in cui spesso ci si riempie la bocca con parole di valorizzazione della cultura e dei beni culturali e invece, nel concreto, le professionalità coinvolte (figure laureate, altamente specializzate, con curricula di tutto rispetto) lavorano come volontari, ricevendo, quando va bene, rimborsi spese, o costretti a contratti di lavoro ridotti ai minimi termini, soprattutto per quanto riguarda il precariato.

Un settore strategico come quello della cultura ridotto ormai da troppo tempo a perpetua “Cenerentola” ed affidato alla buona volontà delle persone. Una ingiustizia bella e buona che richiede un cambio di rotta radicale. Investire in cultura significa investire in un futuro meno barbaro, in cittadini più consapevoli ed in grado di formulare strategie creative per uscire da una crisi che non demorde.

“Davvero? – rispondono dal Gruppo al sindaco Mangialardi – Avere tre musei diretti gratuitamente e posti di lavoro in meno è un buon risparmio? Ma soprattutto, davvero il fatto che fosse così 22 anni fa giustifica la stessa scelta oggi? Gìà, signor Sindaco, perché i tempi cambiano, come vede. C’è stato un passato in cui tanti atti oggi condannati erano accettati socialmente e normali. Quel passato poi è finito. Sì, lo sappiamo, tanti suoi colleghi agiscono allo stesso modo, e per fortuna in tanti saranno costretti a comprendere l’errore: ora un bando simile scatena un’ondata di rabbia collettiva. Finalmente. Ora ritiratelo, in fretta”.

 

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