I più insultati sui social? Donne, disabili e gay
L'associaizone Parole Ostili commenta i risutlati della settima "Mappa dell'intolleranza", un'analisi dell'odio che corre sul web promossa da VOX-osservatorio italiano dei diritti
“Chi sono i bersagli “preferiti” sui quali puntare e sparare insulti attraverso i social media? La risposta è presto detta: 1) Donne, 2) Persone con disabilità, 3) Persone omosessuali
“E dove sta la novità?” starai pensando. Già, perché la novità purtroppo non c’è.
C’è solo che è il 2023 e le persone ancora utilizzano il web per vessare, umiliare e spaventare chi è diverso da loro”.
E’ questa la sintesi dell’Associazione “Parole Ostili” che fa della “comunicazione gentile” sui social e non solo la propria mission, nel commentare i risultati della settima edizione della “Mappa dell’intolleranza” un progetto promosso da Vox – Osservatorio Italiano sui Diritti (in collaborazione con l’Università Statale di Milano, l’Università di Bari Aldo Moro, Sapienza – Università di Roma e IT’STIME dell’Università Cattolica di Milano)
“Anche quest’anno – commentano – i risultati ci restituiscono una fotografia amara dello stato di salute delle nostre conversazioni digitali”.
I DATI
“Nel 2022 al primo posto svettano, infatti, le donne (43,21%), seguite da persone con disabilità (33,95%), persone omosessuali (8,78%), migranti (7,33%), ebrei (6,58%) e islamici (0,15%).
Analizzando i dati dei singoli raggruppamenti, un altro elemento significativo che emerge è che la percentuale di commenti negativi è sempre più alta rispetto alla percentuale di commenti positivi:
– islamici: 99,9% negativi vs. 0,1% positivi
– ebrei: 97,7% negativi vs. 2,3% positivi
– disabilità: 98,8% negativi vs. 1,2% positivi
– omosessuali: 94,1% negativi vs. 5,9% positivi
– donne: 89,9% negativi vs. 10,1% positivi
– xenofobia: 79,2% negativi vs. 20,8% positivi”.
LE PAROLE D’ODIO CONTRO I DISABILI
“Secondo VOX, quel 98,8% di commenti negativi ha raggiunto un picco online in occasione di un’omelia di papa Francesco che invitava a considerare la disabilità una sfida per costruire insieme una società più inclusiva. E in seguito alla notizia di un taxista veronese, rifiutandosi di prendere a bordo un disabile.
I commenti più violenti sono arrivati dal Nord Ovest, dall’Emilia e dalla Campania. Mentre gli insulti più frequenti sono stati: demente, mongoloide, cerebroleso, handicappato.
E se questa è la fotografia di un anno di conversazioni, non ci resta che fare una zoomata su un episodio di violenza verbale contro le persone con disabilità avvenuto pochi giorni fa.
Protagonista della vicenda è Sdrumox, uno streamer di Twitch che dalla piattaforma è stato bannato a vita per hate speech. Per questo motivo è sbarcato su Youtube dove, ad oggi, ha quasi 6 milioni di visualizzazioni.
Ed è proprio su YouTube (nello specifico, attraverso il canale di una coppia di suoi colleghi) che si lancia in una conversazione ben sopra le righe, riuscendo a unire insulti sessisti a quelli contro le persone disabili.
“Ragazze handicappate e mezze ritardate” è solo una delle tante descrizioni che lo youtuber fa “delle down”, altra sua espressione per parlare di ragazze con sindrome di down. Nel frattempo YouTube ha cancellato il video e il canale “Fapensare”.
Non c’è molto da aggiungere a commento di episodi come questo, resta solo la frustrazione e la delusione per come gli straordinari strumenti messi a disposizione dalla tecnologia e dal web non vengano utilizzati per accorciare le distanze ma, al contrario, servano per costruire vere e proprie muraglie di discriminazione.
Alcuni giorni fa Papa Francesco ha lanciato il suo messaggio in vista della 57ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Uno dei passaggi della lunga lettera diceva: «Nel drammatico contesto di conflitto globale che stiamo vivendo è urgente affermare una comunicazione non ostile.»
Per poi continuare con: «Parlare con il cuore è oggi quanto mai necessario per promuovere una cultura di pace laddove c’è la guerra; per aprire sentieri che permettano il dialogo e la riconciliazione laddove imperversano l’odio e l’inimicizia. Nel drammatico contesto di conflitto globale che stiamo vivendo è urgente affermare una comunicazione non ostile. È necessario vincere «l’abitudine di screditare rapidamente l’avversario, attribuendogli epiteti umilianti, invece di affrontare un dialogo aperto e rispettoso»
Insomma, noi vogliamo immaginare che quel nostro piccolo dono sia diventato qualcosa di più grande!”
PAROLE OSTILI, L’ASSOCIAZIONE E IL PROGETTO
L’associazione Parole O_Stili è nata a Trieste nell’agosto 2016.
Parole O_Stili ha l’obiettivo di responsabilizzare ed educare gli utenti della Rete a scegliere forme di comunicazione non ostile. Promuove i valori espressi nel “Manifesto della comunicazione non ostile”. Organizza iniziative di sensibilizzazione e formazione.
Parole O_Stili si rivolge a tutti i cittadini consapevoli del fatto che “virtuale è reale”, e che l’ostilità in Rete ha conseguenze concrete, gravi e permanenti nella vita delle persone.
Parole O_Stili lavora con le scuole, le università, le imprese, le associazioni e le istituzioni nazionali e territoriali per diffondere le pratiche virtuose della comunicazione in Rete, e per promuovere una consapevolezza diffusa delle responsabilità individuali.