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Dentro o fuori, l’Alma ai playout

Occorre pensare positivo ed evitare che il nuovo appuntamento con la storia segni l’inizio della fine.

alessandrini alma juventus fanoFANO – Dove si dimostra che questo dannato virus è stato capace anche di contagiare il cervello di qualcuno. Che a sua volta ha letteralmente dato di matto. E’ il caso dei vertici del calcio nostrano che, spalleggiati da referenti istituzionali deboli, incapaci e consenzienti, dal lockdown in qua hanno fatto e disfatto a proprio piacimento, decidendo una cosa e subito dopo negandola, in ogni circostanza comportandosi in maniera del tutto schizofrenica.

In barba ai valori dello sport, del rispetto umano (ché anche una sola vita è pur sempre più importante di un pallone che rotola), dello spirito democratico, dell’esigenza sacrosanta di fermarsi a riflettere prima di deliberare alcunché.

In ossequio solo al dio denaro, quello proveniente dai diritti televisivi ai quali le società (essenzialmente quelle di serie A, che con impunita arroganza hanno fatto da traino al varo del pasticciaccio brutto) sono orami legate a doppio filo, mendicando quattrini irrinunciabili per la loro stessa sopravvivenza.

E così si è deliberato che lo spettacolo deve andare avanti comunque, a tutti i costi, con modalità ridicole più che risibili e poco importa se l’estate in arrivo sarà vissuta più nelle aule di tribunale che sul terreno di gioco.

Onestà critica vuole che si dica che l’Alma, ora costretta a vedersela con il Ravenna in un doppio confronto all’insegna del ‘mors tua vita mea’, avrebbe avuto ben poche chance di evitare i playout anche se si fosse  portato a termine il campionato nella maniera canonica, disputando (in tempi più sicuri, diciamo da Settembre in avanti, come il buon senso imponeva) tutte le rimanenti giornate.

Certo è che i giallorossi, che peraltro vantano un miglior piazzamento in classifica e partiranno dunque avvantaggiati, costituiscono un osso duro assai, risultando probabilmente la squadra più tosta nell’intero pacchetto delle pericolanti. Gente esperta e qualitativa come Nocciolini, Giovinco junior, Caidi, Jidayi, per non citare la vecchia conoscenza Mawuli, è da prendere con le molle e può spostare l’ago della bilancia in misura considerevole.

L’impresa è in ogni caso fattibile e anzi s’ha da fare, buttando il cuore al di là dell’ostacolo. Serviranno nervi saldi ed estrema concentrazione, evitando di incorrere in amnesie ed errori (piaga dolente e reiterata lungo tutta la stagione) che potrebbero risultare fatali.

Conteranno pure la freschezza atletica (in questo conforta il fatto che il gruppo è stato sempre tenuto sulla corda) e la fame giusta. Si dovrà inoltre sopperire all’assenza dei tifosi granata (il football a porte chiuse è un altro miserevole regalo di lorsignori), che, secondi a nessuno, avrebbero potuto ribaltare certi equilibri.

E non guasteranno alla causa le arti magiche di quel vecchio sciamano di Alessandrini, uno che ne ha viste di tutti i colori e queste sfide all’ultimo sangue le conosce in ogni risvolto come le proprie tasche. Occorre in definitiva pensare positivo ed evitare che il nuovo appuntamento con la storia segni l’inizio della fine. O, peggio, la fine di tutto tout court.

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