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Debito pubblico: che fare? Ad Urbino arriva Cottarelli

Carlo CottarelliURBINO – L’Università di Urbino avrà ospite martedì 23 gennaio il Direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani, Carlo Cottarelli. Il professore della Cattolica di Milano terrà alle 14,30 nell’Aula Magna del Rettorato in Via Saffi, 2 una conferenza sul tema  “Debito pubblico: che fare? Perché è un problema e scenari per la sua gestione”.

Carlo Cottarelli è nato a Cremona nel 1954, laurea in Scienze Economiche e Bancarie presso l’Università di Siena, Master in Economia presso la London School of Economics dirige l’Osservatorio sui Conti Pubblici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Ha lavorato nel Servizio Studi della Banca d’Italia (1981-1987) e dell’ENI (1987-1988). Dal settembre 1988 ha lavorato per il Fondo Monetario Internazionale, dove ha curato specifici programmi di sostegno e assistenza a diversi paesi, tra cui Albania, Croazia, Russia, Turchia, Regno Unito e la stessa Italia. Ha inoltre ricoperto diverse cariche, fra cui vicedirettore del Dipartimento europeo e del Dipartimento Strategia, Politica e Revisione. Dal novembre 2008 al 2013 ha assunto l’incarico di Direttore del Dipartimento Affari Fiscali del FMI. Nel novembre 2013 è stato nominato dal Governo Letta Commissario straordinario per la Revisione della spesa pubblica. L’attività del Commissario straordinario ha riguardato le spese delle pubbliche amministrazioni, degli enti pubblici, nonché della società controllate direttamente o indirettamente da amministrazioni pubbliche. Nell’ottobre 2014 ha lasciato l’incarico di commissario alla revisione della spesa dopo che il Governo Renzi lo ha designato come Direttore Esecutivo nel Board del Fondo Monetario Internazionale con decorrenza 1º novembre 2014. Incarico terminato il 30 ottobre 2017.

Ha pubblicato numerosi libri, fra cui il più recente: “Il macigno. Perché il debito pubblico ci schiaccia e come si fa a liberarsene”, Roma, Feltrinelli, 2016. In esso vi sono indicazioni che anticipano ciò che dovrà essere fatto nei prossimi anni: terminata l’emergenza legata al perdurare della stagnazione, diventa fondamentale riprendere le politiche di tagli selettivi, non lineari, che permettano di non frenare la crescita e allo stesso tempo eliminare le sacche di inefficienza del sistema economico, anche con un riavvio delle liberalizzazioni e delle privatizzazioni.

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