LUCREZIA – Un anno fa moriva Daniel Cardinali. Il nostro ricordo di una persona speciale, pubblicato nel numero 216 del Giornale del Metauro.
Non tutte le famiglie hanno la fortuna di avere un angelo… a Casa Cardinali invece un angelo c’era, si chiamava Daniel ed è volato in cielo il 24 aprile.
Aveva da pochi giorni festeggiato il suo 32 compleanno. Chi era Daniel? “Era un angelo in casa!”. Sono queste le parole della sua mamma Cristina Rondina quando la
incontriamo. Con lei ci sono anche babbo Vincenzo e la sorella Melissa. “Alle otto di mattina ero solita preparargli la colazione – racconta la mamma – stamattina mi sono messa a pulire casa, non sapevo cosa fare…”.
Daniel, nato con la diagnosi di una microcefalia e tetraparesi spastica, era costretto a vivere su una carrozzina. “Abbiamo visitato tanti centri specialistici – racconta Cristina – siamo andati a Bologna, Mestre, Ancona, Modena e ci avevano detto che non ci sarebbero stati molti miglioramenti”.
Nonostante questo, Daniel aveva degli occhi vispissimi ed aveva sviluppato, negli anni, un suo modo per farsi capire e comunicare. Amava la TV, gli piacevano in particolare i cartoni animati Tom & Jerry, i Simpson.
Era anche un grande appassionato di film polizieschi, tra questi il suo preferito era la serie Cobra 11”. I bei ricordi fanno accennare sul volto dei familiari anche qualche sorriso: “Aspettava ogni giorno il ritorno del babbo dal lavoro – racconta la sorella Melissa – e quando sentiva parcheggiare il motorino o la macchina iniziava a schioccare con la bocca, quello era il suo modo di mandare baci… continuava fino a quanto babbo Vincenzo non entrava in casa ed era lui a baciare Daniel!”.
Tutto in casa parla di lui, c’è anche il frullatore nuovo che Cristina ha appena acquistato per sminuzzare il cibo e permettere a Daniel di deglutirlo meglio. È ancora Cristina a raccontarci che “a Daniel piaceva andare in macchina a fare delle lunghe passeggiate, amava ammirare il mare e ogni volta nel vederlo faceva un’esclamazione di sorpresa.
Andava poi molto volentieri al centro Villa Evelina di Viale della Stazione, era stato uno dei primi ad entrarci. La nascita della sorellna Melissa è stata per lui una grande sorpresa: si spaventava a sentire piangere quella bambina”.
Melissa ci mostra la sua immagine da piccola assieme al fratellino. “A sette mesi, mi racconta mamma, che mi arrampicavo sul letto di Daniel e ci mettevamo insieme, uno vicino all’altro a guardare la TV”. Daniel, nella sua diversità è stato sempre speciale.
Ma altrettanto speciale è stato l’atteggiamento della sua famiglia coraggiosa che non ha voluto “nasconderlo” tra le mura domestiche ma si è aperta alla comunità.
Una comunità che è stata da subito presente con tanti volontari che, tutti i giorni, organizzati in turni, andavano a casa di Daniel per fargli fare terapia. Prezioso è stato il contributo della parrocchia e dell’Associazione Avulss.
Daniel ha frequentato la scuola elementare e media per approdare poi al Centro Diurno che frequentava con gioia ogni giorno.
La famiglia non gli aveva nemmeno fatto mancare il gusto della montagna. “I primi tempi – racconta babbo Vincenzo – per portarlo a fare qualche passeggiata mi legavo attorno ai fianchi una cinta con cui poi aiutavo Cristina a tirare la carrozzina. Abbiamo ancora tanti amici in Trentino che in questo momento difficile ci sono stati molto vicini!”.
Paradossalmente senza poter parlare, Daniel ha lasciato un segno in tanti che hanno dimostrato il loro affetto alla famiglia con una grande presenza al funerali nella chiesa di Lucrezia celebrati da Padre Marziano Rondina, agostiniano e zio di Cristina.
“Vogliamo ringraziare tutta la comunità – conclude Cristina – come ha ricordato lo zio durante la messa: tutti gli operatori di Villa Evelina, la cooperativa “La Sorgente”, l’Istituto comprensivo “Marco Polo” (dove Cristina lavora come collaboratrice scolastica), i colleghi di lavoro di Vincenzo, l’Avis di Cartoceto (a cui Vincenzo e Melissa sono iscritti), tutti i parenti e gli amici. Un grazie sincero a tutti!”.
Nel dolore c’è però la serenità intorno a quel tavolo di Casa Cardinali, nella convinzione di aver dato tutto l’amore possibile a questo piccolo grande angelo nei suoi 32 anni di vita.
La famiglia è stata una delle prime ad aderire al progetto della Cooperativa “L’Orizzonte” dalla cui esperienza è nata Villa Evelina e che ora sta lavorando ad un ambizioso progetto per il “Dopo di noi” per dare un futuro ai ragazzi diversamente abili anche dopo la morte dei loro familiari.
Alla nostra domanda: “Continuerete ad essere presenti come famiglia in questo progetto?” Cristina decisa risponde: “Certo e ci saremo ancora più di prima in memoria di nostro figlio!”.
Daniel non è stato solamente l’angelo di quella casa ma è riuscito, con il suo sorriso e con i suoi occhi “parlanti”, a generare tanto bene che continua nel presente e che, sicuramente, genererà frutti anche in futuro.