Covid Center Civitanova: “Dubbi su personale e organizzazione del servizio”
Matteo Pintucci, segretario generale Fp CGIL Marche, sulle mancate risposte da parte della Regione.
ANCONA – Covid Center Civitanova: al momento, nessuna risposta dalla Regione Marche su tutte le questioni sollevate dal comparto e dalla dirigenza medica della Fp Cgil.
E cioè: organizzazione della struttura, reperimento del personale e conseguenze sulle altre terapie intensive e semi intensive delle strutture, in particolare per quanto riguarda l’ospedale di Civitanova.
“Le rassicurazioni, per ora giunte solo a mezzo stampa, dato che la Regione non ha ancora convocato le organizzazioni sindacali sul tema – dichiara Matteo Pintucci, segretario generale Fp Cgil Marche – non eliminano i dubbi: se il personale c’è , come dichiarato dal Presidente Ceriscioli, che senso ha fare un bando per le prestazioni aggiuntive oltre l’orario normale di lavoro”?
Intanto, continua Pintucci, “tardano ad arrivare le risposte a quanti, sopratutto nella fase acuta dell’emergenza, hanno garantito tutti i servizi; la risposta per costoro non può essere quella di effettuare prestazioni aggiuntive.
Occorre, invece, che quanto prima le dichiarate intenzioni del Presidente della Regione diventino realtà nelle buste paga dei lavoratori”.
E’ necessario che, “con la massima urgenza, si proceda con i primi adempimenti del protocollo siglato il 21 aprile scorso. E cioè: definire le stabilizzazioni del personale (Legge “Madia”) ed estendere l’indennità di malattie infettive a tutto il personale sanitario e agli operatori socio-sanitari coinvolti nell’emergenza”.
Inoltre, “bisogna riconoscere come compenso straordinario i tempi di vestizione e svestizione aggiuntivi della fase emergenziale”.
Il nuovo decreto di maggio, secondo Pintucci, “oltre a consentire il raddoppio delle somme stanziate dal Governo pari a 6,4 milioni con il Cura Italia, potrebbe contenere l’eliminazione dei vincoli normativi sui fondi aziendali e sui tetti di spesa; a questo punto sarebbe legittimo lo stanziamento di ulteriori quote finalizzate alle Risorse aggiuntive regionali e, parallelamente, un riequilibrio sempre in favore delle RAR riducendo parte delle risorse stanziate per le prestazioni aggiuntive”.