Circoncisione. Biancani: «Vanno evitati interventi in clandestinità”
Il consigliere regionale del PD interroga la Giunta sullo stato di attivazione del servizio nelle strutture sanitarie pubbliche.
ANCONA – «Tutelare la salute dei bambini e prevenire complicanze, aiutando le famiglie e arginando pericolosi interventi illegali extra-ospedalieri».
Il consigliere regionale Andrea Biancani (Pd) ricorda l’obiettivo della delibera della Giunta regionale del 29 giugno 2020, sollecitata da un’ interrogazione a sua firma, che ha garantito nelle Marche la possibilità di effettuare la prestazione di circoncisione rituale maschile dei bambini nelle strutture sanitarie pubbliche, tramite ricetta medica.
Ad un anno dal provvedimento, tra i primi in Italia, il consigliere ha presentato una nuova interrogazione per verificare l’attuazione. «Alcuni cittadini, tra cui il consigliere comunale di Fermignano Yassine Othmane – spiega Biancani – mi hanno segnalato un ritardo nell’attivazione di questo servizio.
E’ chiaro che l’emergenza sanitaria per il Covid ha imposto, giustamente, il rinvio e la sospensione di tutti gli interventi ritenuti non urgenti, e in questo caso si tratta di una prestazione che non rientra nelle tipologie con priorità di classe A, tuttavia la procedura in molte strutture non è stata affatto avviata.
Per questo – prosegue –, in risposta al mio quesito, l’assessore alla sanità si è impegnato ad attivarsi per monitorare l’applicazione della delibera in tutte le Aree Vaste».
La delibera stabilisce che possono accedere alla prestazione i figli di italiani ed immigrati, residenti nella Regione Marche, iscritti al Servizio Sanitario Regionale, con regolare permesso di soggiorno.
Per utilizzare il servizio, erogabile esclusivamente presso le strutture sanitarie pubbliche e comprensivo della visita pre e post ricovero, è necessaria la ricetta del Pediatra.
Ad oggi, come documentato nella risposta, l’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona ha effettuato 156 visite ambulatoriali e 38 interventi chirurgici, i pazienti in lista di attesa per la pratica rituale della circoncisione risultano attualmente 118.
«Sono circa 5mila le circoncisioni effettuate in Italia ogni anno, ma in molti casi, a causa di una scarsa informazione o di problemi di tipo economico, la pratica viene eseguita in ambito casalingo, determinando gravi rischi, anche con danni permanenti.
Contrastare la clandestinità e prevenire complicanze gravi è un fatto di civiltà, di sicurezza e di tutela della salute, oltre che di rispetto della libertà di culto. Questa delibera ha rappresentato un concreto segnale di integrazione ed è importante che, oltre ad Ancona, si attivino presidi sanitari in tutto il territorio regionale» – conclude Biancani.