Biodigestore di Talacchio, la ragioni del “NO”
L'Associazione "La Lupus in Fabula" ha presentato le proprie osservazioni alla Provincia. Tutti i dubbi sull'opera di Marche Multiservizi.
PESARO – L’Associazione ambientalista “La Lupus in Fabula” ha presentato in Provincia le proprie osservazioni relative al procedimento di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) circa la realizzazione del biodigestore di Talacchio che dovrebbe essere realizzato dalla Green Factory, società di proprietà al 100% di Marche Multiservizi.
L’Associazione, raccogliendo la contrarietà di molti cittadini, ritiene che il progetto dovrebbe essere rigettato per “improcedibilità” in quanto lo stesso non sarebbe previsto dal “Piano d’Ambito” (peraltro colposamente mai approvato dall’A.T.O.) e risulterebbe in evidente contrasto con i criteri del Piano Regionale Rifiuti delle Marche del 2015.
Altro aspetto preso in esame nelle osservazioni della Lupus c’è quello del “sovradimensionamento” dell’impianto in progetto, capace di trattare 105.000 tonnellatea all’anno di rifiuti (75.000 di Forsu – Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano e 30.000 di verde) a fronte di una produzione di rifiuti provinciale di 51.012 tonnellate all’anno.
“Nel progetto in esame – continua l’Associazione – è chiara l’intenzione di GreenFactory di importare rifiuti da altre province o da altre regioni al fine di massimizzare gli incentivi pubblici previsti per la produzione di bio-metano da rifiuti.
Il sovradimensionamento dell’impianto produce maggiori impatti a livello ambientale e di salute umana e per questo deve essere scongiurato.
Nel progetto è inoltre scritto che l’impianto tratterà Forsu e altri rifiuti organici e rifiuti lignocellulosici, mentre negli incontri pubblici è stato ribadito più volte che saranno solo i rifiuti umidi provenienti dalla raccolta separata di RSU, più gli sfalci e le potature provenienti dal verde privato e pubblico ad essere conferiti nell’impianto.
Si contesta poi, apportando motivazioni e studi, quanto formulato da Green Factory sul fatto che la digestione anaerobica sia la migliore tecnologia disponibile per il trattamento di materiali ad elevato contenuto di sostanza organica, dimostrando che questo assunto non risulta corretto, in quanto i migliori risultati si ottengono invece con il compostaggio aerobico che raggiunge temperature maggiori dei 55° della digestione anaerobica: infatti il digestato poi dovrà essere sottoposto ad un trattamento aerobico di circa 64 giorni.
La digestione anaerobica non è preferibile al compostaggio aerobico anche per la qualità del compost prodotto ed inoltre, se non fossero presenti incentivi pubblici sulla produzione di bio-metano sarebbe anche economicamente sconveniente.
Passando poi agli impatti su ambiente e salute, rilevando che la zona in cui è previsto l’impianto risulta a prevalente carattere agricolo, e vicinissima ad un corridoio ecologico di enorme valore rappresentato dal fiume Foglia, la Lupus sostiene che l’intervento peggiorerà la qualità del suolo e del paesaggio in maniera permanente ed irreversibile.
Infine, l’elaborato depositato dalla Lupus in Fabula, si conclude con la ferma richiesta che il progetto in questione vada assolutamente sottoposto a procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) anche per favorire una maggior partecipazione della cittadinanza locale e dei portatori di interesse, favorendo l’attivazione della procedura di “inchiesta pubblica” al fine di garantire la massima trasparenza, condivisione e partecipazione di tutti i soggetti interessati al progetto del biodigestore, come peraltro più volte dichiarato a mezzo stampa dalla ditta proponente e da vari amministratori del territorio”.