FANO – “La decisione dell’assessore al welfare di comunità del comune di Fano di utilizzare la procedura dello Spid per la presentazione delle domande di case popolari ci lascia molto perplessi sia nel metodo con il quale si è arrivati a questa decisione sia per lo strumento scelto”.
È quanto afferma Giovanni Giovanelli della CISL Fano che aggiunge: “In questa fase cosi delicata di pandemia sarebbe opportuno coinvolgere maggiormente le organizzazioni sindacali nella definizione di modalità di partecipazione ai bandi.
Se fossimo stati consultati prima dell’emanazione del Bando avremo potuto contribuire per la determinazione di criteri per l’accesso alla presentazione più elastici e flessibili, senza creare questo pasticcio.
La scelta di utilizzare esclusivamente lo Spid salvo coloro che devono solo presentare l’Isee (a questo punto dell’anno è già posseduto dai cittadini) significherà che nei prossimi giorni qualche centinaio di persone si riverserà negli uffici postali per completare le procedure Spid con gravi problemi di assembramenti e non rispetto delle distanze per la limitazione della pandemia e con tempi di rilascio che arrivano alla prossimità della chiusura del Bando.
Ribadiamo – continua Giovanelli – le richieste fatte all’assessore e alla dirigente dei servizi sociali durante l’incontro svolto Lunedi scorso: proponiamo all’assessore di modificare la scelta presa e di ritirare il bando che aperto il 1 dicembre scadrà il 31 dicembre e di emanare un bando senza l’utilizzo dello Spid;
Proponiamo le seguenti modalità altre modalità:
presentazione delle domande al protocollo dell’ufficio del comune di Fano utilizzando il meccanismo dell’autocertificazione per la produzione di documenti. In caso di dichiarazioni mendaci si segnali il fatto agli organi competenti ma non diventi questi gravi episodi il motivo ostativo alla presentazione della domanda in autocertificazione.
accreditamento delle organizzazioni sindacali datoriali e associazioni di volontariato per la presentazione delle domande senza lo Spid ma con semplici misure e procedure di accreditamento degli uffici delle organizzazioni sindacali.
Infine Facciamo presente all’assessore che la presentazione delle domande di aggiornamento case popolare richiede una attenta elencazione delle problematiche dell’utente.
Non un semplice bando ma una attenta lettura della situazione abitativa per l’esatta compilazione della domanda.
Utilizziamo ancora lo strumento dell’autocertificazione per la consegna dei documenti per non penalizzare fasce di popolazione che fanno difficoltà ad accedere agli strumenti informatici necessaria per la digitalizzazione.
Ci viene il sospetto – conclude Giovanelli – che l’introduzione perentoria dello Spid serva solo per sfoltire il numero dei cittadini in graduatoria!
Questa vicenda pone nuovamente alla ribalta la mancanza di politiche abitative nel comune di Fano comune ad alta densità abitativa con un significativo numeri di sfratti e una inesistente disponibilità di edilizia popolare.
E’giunto il momento di lavorare per il piano Casa del comune di Fano, non solo bandi e contributi ma politiche abitative che recuperando il patrimonio pubblico dismesso e acquisendo immobili messi all’asta, possa iniziare a contrastare l’emergenza abitativa. Le urgenze sono le abitazioni non l’applicazione dello Spid!”