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Area Marina Protetta del Conero, il comune boccia il quesito referendario

La commissione comunale ha riformulato un quesito "chilometrico". Il comitato promotore: "Oltre il danno la beffa"

conero area marina protettaANCONA – La commissione referendaria del comune boccia il quesito sull’Area Marina Protetta del Monte Conero. Dura replica del Comitato promotore del Referendum.

“La Commissione consiliare – scrivono i rappresentanti Comitato – ritardando oltre la minima decenza il pronunciamento sull’ammissibilità del referendum rispetto a quanto previsto da Regolamento e Statuto comunale, ha formulato una proposta di quesito alternativa che è una vera presa in giro per il diritto dei cittadini anconetani di esprimersi democraticamente.

Secondo la Commissione, si dovrebbe passare dalle tre righe della proposta iniziale del Comitato ad una quarantina di righe, elencando tutta una serie di limitazioni che risultano faziose e di parte – perché non vengono citati anche i benefici e vantaggi ambientali ed economici – e fuorvianti – perché limitazioni e benefici andranno specificatamente valutati ed inseriti con il regolamento di gestione che sarà successivamente determinato dallo stesso Comune di Ancona sulla base delle effettive esigenze e peculiarità dell’area marina sottoposta a tutela.

Un esempio per far capire a tutti le vere intenzioni della Commissione: tra i presunti divieti da inserire nel quesito referendario elencano “la navigazione a motore” quando dovrebbero sapere benissimo che nella proposta ministeriale di AMP, che giace da troppo tempo sul tavolo del Comune di Ancona, non è previsto tale divieto, non essendo ipotizzata tra l’altro la zona A (riserva integrale) per l’AMP Costa del Monte Conero!

Tale modifica del quesito da noi proposto – continua la nota – genererebbe nell’elettore una percezione falsata, inducendolo ad una decisione orientata negativamente, snaturando così il senso stesso della consultazione democratica, peraltro non vincolante; il fine della nostra proposta di Referendum rimane, infatti, unicamente quello di suggerire al Comune un indirizzo sulla volontà o meno di attuare una tutela ambientale maggiore di quella vigente, attraverso l’applicazione del dettato normativo di cui alla Legge 394/1991 istitutiva delle aree protette.

Paragonare poi un referendum consultivo cittadino ad un referendum abrogativo nazionale, come ha fatto la Commissione citando la stessa Corte Costituzionale per dichiarare l’inammissibilità del quesito da noi proposto, è una offesa all’intelligenza della nostra comunità!

Non ci sorprende l’esito del parere della Commissione; in quanto formulato da rappresentanti di una maggioranza che, sin dall’inizio, ha temuto il pronunciamento popolare e si è opposta al referendum con ogni possibile ostruzionismo.

Gli anconetani – conclude la nota – devono sapere che continueremo a denunciare chi in città vuole che ci siano governanti e sudditi e non un’amministrazione democratica che rispetti i diritti dei cittadini!”

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