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ANPI Fano: “Stop alla guerra e alla vendita di armi all’Ucraina”

La legge n. 185 del 1990 vieta all'Italia di vendere armi a paesi che sono coinvolti direttamente o indirettamente in un conflitto interno o esterno.

guerra ucrainaFANO – La sezione ANPI Fano “Leda Antinori” condanna in maniera netta e risoluta l’invasione dell’Ucraina effettuata dalla Russia di Putin.

“Come sezione locale – si legge nella nota – rilanciamo con forza quello che viene indicato nell’Art.11 della nostra  Costituzione ripudiando la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali e promuovendo la via diplomatica come unica soluzione del complesso quadro politico internazionale.

L’ANPI chiede inoltre il rispetto della legge 185 del 1990 che fa divieto di vendita di armi a paesi
che sono coinvolti direttamente o indirettamente in un conflitto interno o esterno.

La vendita di armamenti e strumentazioni militari all’esercito ucraino, non soltanto rappresenterebbe un atto illegale palesemente vietato dal nostro ordinamento giuridico, ma causerebbe un inasprimento della situazione politica nell’Est Europa, con inevitabile prolungamento del conflitto e relativo peggioramento delle condizioni di vita della popolazione civile ucraina.

Inoltre tale tipo di attività avrebbe come tragica conseguenza quella di innalzare il livello delle
scontro considerando che la Russia di Putin ha palesemente minacciato l’utilizzo di armi nucleari
nei confronti di tutti coloro che possano interferire in qualunque maniera nei piani imperialisti di
estensione dell’influenza russa nella zona orientale dell’Europa.

Chiediamo quindi alle istituzioni politiche italiane di esercitare un ruolo diplomatico centrale nella
risoluzione del conflitto tra Russia ed Ucraina.

Tutto questo nel pieno rispetto della legislazione italiana e del diritto internazionale senza cedere alle sirene militariste ed interventiste promosse da determinate organizzazioni politiche e partitiche che ritengono la soluzione armata e militarista come l’unica opzione possibile per rendere l’Italia un paese forte e credibile nel contesto europeo e mondiale”.

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