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All’Università di Urbino consegnato il primo certificato di laurea a una persona trans

Francesco Cicconetti, ex studente e oggi divulgatore: “Potrò finalmente appenderla”. A sei anni di distanza dal conseguimento del titolo al termine del percorso di transizione

Calcagnini_Cicconetti_BocciaArtieriURBINO – Università degli Studi di Urbino Carlo Bo – “Conferiamo a Francesco Cicconetti la laurea in Lingue e culture straniere”. Recità così il suo nuovo diploma di laurea, a 6 anni di distanza dal conseguimento del titolo e, soprattutto, a seguito del suo percorso di transizione.

Ieri, in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia e della presentazione del libro Scheletro Femmina, che racconta la sua storia, è avvenuta la consegna della pergamena da parte del rettore dell’Università di Urbino, Giorgio Calcagnini e del prorettore alla didattica Giovanni Boccia Artieri.

“Abbiamo avviato da tempo la costruzione di un progetto sulla sostenibilità – ha detto il rettore – termine che normalmente viene associato all’ambiente. Noi la consideriamo la caratteristica di una comunità aperta e che cresce. Riteniamo inoltre che le differenze siano un valore. Se stiamo riuscendo in questo obiettivo è grazie alla professoressa Viganò, prorettrice alla Sostenibilità e alla Valorizzazione delle Differenze, e al personale tecnico amministrativo”.

Francesco Cicconetti, oggi divulgatore e creator molto conosciuto sui social, in tv e sulla stampa, voce affermata del movimento LGBTQIA+, ha esordito emozionato di tornare nel suo Ateneo “seduto dall’altra parte”.

“L’Università – ha aggiunto – non può rivoluzionare la società, ma può attuare delle pratiche per le persone trans”.

Poi ha ripercorso alcuni passaggi fondamentali della sua vita, come quello del coming out: “E’ un enorme atto di fiducia e un rischio, – ha detto –  si ha paura di non essere amati come prima. Io ho usato solo una frase: sono un ragazzo trans, magari ne parliamo.

Non è scontato avere una rete familiare così solida come la mia. Questo è il motivo che mi permette di fare divulgazione e mi fa sentire sicuro”.

Nel racconto non sono mancati gli anni “turbolenti” dell’Università, durante i quali “ho fatto i conti con la mia identità”, fino ad oggi: “Si pensa ancora che le persone trans siano riconoscibili, fatte in un certo modo… Ho una vita normale, ho una ragazza con cui convivo, un cane, addirittura la moto”.

In Italia a disciplinare la riassegnazione di sesso e genere anagrafico è la legge 164, modificata dal decreto legislativo 15 del 2011. Ed è alla luce di una sentenza che Francesco Cicconetti ha potuto “chiudere il cerchio” cambiando il proprio nome sul diploma di laurea. “Finalmente – ha detto al momento della consegna – potrò appenderla”.

“Oggi – il commento del professor Giovanni Boccia Artieri, che ha dialogato con l’autore – saniamo una ferita. Lo facciamo nella Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, istituita il 17 maggio 1989, giorno in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rimosso l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali, perché ci sono ancora persone che credono di poter affermare i propri diritti calpestando quelli degli altri”.

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