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Al Gonfalone si presenta il volume “La dimora dei Vescovi a Fano”

la_dimora_dei_vescoviFANO – Venerdì 17 maggio, alle ore 21.15 presso la chiesa di Santa Maria del Gonfalone, è in programma la presentazione del libro “La dimora dei Vescovi a Fano” di Guido Ugolini.

Interverranno il Vescovo Armando, Giuseppe Cucco incaricato per i Beni Culturali Ecclesiastici della Conferenza Episcopale Marchigiana, Giuseppina Boiani Tombari archivista diocesana e curatrice delle fonti documentarie del libro e Guido Ugolini autore del libro e responsabile scientifico Beni Culturali Diocesani. Sarà presente il Coro Polifonico Malatestiano diretto dal M° Francesco Santini.

“La nostra casa – scrive il Vescovo Armando nella prefazione al volume – anche se modificata, o ricostruita, o ampliata nel tempo, deve parlare di noi, deve dire chi siamo e le mansioni a noi affidate, deve raccontare in quale contesto siamo stati chiamati ad operare e a quali compiti siamo stati preposti; come tutte le dimore, anche quella del vescovo, rivestita di ufficialità fin che si vuole, resta però sempre qualcosa di privato, una dimora familiare, la casa del vescovo appunto, la casa dove è stato accolto dal suo popolo, la casa dove lavora per il suo popolo e con il suo popolo si confronta e dialoga, vivendo con lui l’urgenza del quotidiano.

La dimora dei vescovi a Fano  – prosegue il Vescovo – è il risultato di un impegno durato anni, di una travagliata ricerca condotta fra le pergamene e le carte dell’Archivio Diocesano di Fano nonché fra quelle gonzaghesche custodite a Mantova, città legata alla nostra grazie all’importante figura del cardinale Ercole Gonzaga (sec. XVI), che ebbe la titolarità della Diocesi fanese per un paio di decenni almeno; questo lavoro nasce per assecondare i desideri dei tanti che amano Fano, la sua storia e le sue storie.

Agli autori e agli estensori i nostri calorosi ringraziamenti e il nostro plauso. L’augurio è che questa fatica sia valido contributo per la conoscenza di fatti e vicende cittadine che non meritano di essere dimenticati; l’augurio è che questa fatica possa suscitare, in quanti abbiano qualche desiderio di riscoprire le reliquie del passato e nutrano qualche scintilla d’amore per esse, sentimenti di orgoglio per le belle e nobili tracce lasciate da chi ci ha preceduto, e valga infine a stimolare sempre nuovi studi e nuove ricerche che, quando compiuti con amore e passione, finiscono per rivelarsi meravigliosi viaggi intorno a noi stessi”.

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