Il Metauro
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10 febbraio, Giorno del Ricordo

La riflessione del Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina Diritti Umani. Il dramma delle foibe e dell'esodo dalmata.

foibe_giorno_del_ricordoLUCCA – Il Giorno del ricordo, che viene commemorato il 10 febbraio, è stato istituito con la legge 30 marzo 2004 n. 92, per far conoscere gli orrori di cui furono vittime tanti connazionali, condannati alle foibe al confine orientale durante la fine della Seconda guerra mondiale.

Il successivo esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda di quell’area ai nostri confini con l’ex Iugoslavia costituiscono una delle pagine più dolorose e misconosciute del nostro passato.

In una lettera testimonianza di Giuseppe Comand, pubblicata dall’Avvenire il 6 gennaio del 2018, si ritrova tutta la crudezza e la violenza della bestialità umana: “L’odore dei corpi in decomposizione era pestilenziale, l’aria irrespirabile fino a chilometri di distanza.

I miei compagni coraggiosi, Vigili del Fuoco di stanza a Pola, buttavano giù cognac prima di calarsi nella foiba: scendevano per centinaia di metri con due corde e una specie di seggiolino, mettevano il cadavere nella cassa e davano quattro colpi di corda, il segnale per dire tiratemi su”.

Furono commesse atrocità inenarrabili e crimini di guerra contro cittadini, bambini, anziani e donne inermi, colpevoli solo di essere italiani, a prescindere da qualsiasi ideologia.

I sopravvissuti diventarono profughi non sempre benvoluti nella loro stessa patria. Il clima non era dei migliori e l’integrazione fu difficile da realizzarsi nei centri urbani individuati per l’accoglienza, in quanto i nuovi arrivati spesso furono discriminati e colpevolizzati per un presunto orientamento politico al quale spesso erano estranei e che comunque non avrebbe dovuto contare in un momento di palese indigenza da parte di tante famiglie in uno stato di profonda difficoltà.

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