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Via intitolata a Bettino Craxi, Savelli: “Il sindaco Ricci si vergogni solo per averlo pensato!”

Polemiche sulla proposta del sindaco di Pesaro di intitolare una via a Bettino Craxi

via bettino craxiPESARO – Renzo Savelli esponente di Rifondazione Comunista, interviene sulla proposta lanciata dal sindaco di Pesaro Matteo Ricci di intitolare una via a Bettino Craxi.

“Questa – afferma Savelli – non ci pare una decisione saggia “un gran bel po’” (per usare il suo linguaggio), ma una forma di decisionismo fuori tempo, di arroganza padronale, tanto per capirci alla Renzi, alla Berlusconi e, sì, alla Craxi.

La motivazione, si fa per dire, portata Ricci è che Craxi è stato un grande leader (forse è meglio dire lèdèr) e che si colloca in pieno nel campo del riformismo.

Farsi dare le tangenti e metterle in tre conti personali depositati nei paradisi fiscali (solo in Svizzera ne è stato trovato uno con ben 5 miliardi di vecchie lire) non ci pare che abbia nulla a che fare con il pensiero riformista, che anzi col suo comportamento Craxi ha contribuito ad affossare.

Craxi  – continua Savelli – è stato giudicato e condannato in Italia in via definitiva. Per non farsi arrestare è scappato in Tunisia con la quale l’Italia non aveva alcun accordo di estradizione.

Basta con la menzogna dell’esule! Non è stato vittima delle sue idee riformiste, ma del suo malaffare. Eppure anche lui aveva giurato fedeltà alla Costituzione repubblicana che lo impegnava a governare “con dignità e onore”.

Nella sua carica di Presidente del consiglio e ad un tempo segretario del PSI si è comportato con indegnità e disonore. E Il sindaco Ricci, che non è una persona disinformata e sa benissimo tutto ciò, gli vuole intestare una via! Si vergogni solo ad averlo pensato

Le idee politiche si discutono nei convegni, il malaffare si giudica nei processi. Le vie vengono intestate a chi non è stato condannato per aver rubato, cioè a chi ne è davvero degno. Come, ad esempio, l’ex-Procuratore Borrelli, che ha fatto scoprire quel sistema delle tangenti “obbligatorie” che hanno contribuito ad affossare i conti pubblici del nostro Paese”.

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