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Urbino-Pesaro-Fano capitali europee della cultura, FVM: “Speriamo che Ricci e Seri cambino idea sulla ferrovia”

Il trasporto pubblico è un nodo centrale per la presentazione della candidatura a capitale europea della cultura nel 2033

ferrovia_urbino_fano_capitale_europeaFANO – “Va fatto innanzitutto un plauso alla proposta di candidare Fano a Capitale europea della cultura, ancor meglio se facendo sistema con altre città vicine che ambiscono allo stesso traguardo – è quanto afferma in una nota l’Associazione Ferrovia Valle Metauro –  La città ha certamente delle grandi potenzialità ed è il momento di mettere da parte la modestia e confrontarsi finalmente con altre realtà più consapevoli del proprio valore ma non migliori di Fano.

Ovviamente Pesaro e Fano da sole, nonostante la ricchezza di beni e di storia, non hanno molte chances e cercano giustamente l’alleanza con Urbino come polo trainante poiché conosciuta in tutto il mondo e con molte delle caratteristiche ideali per essere capitale europea della cultura. Se poi questa candidatura avesse valore territoriale includendo le ricchezze della Valle del Metauro, si avrebbe una tale quantità di siti archeologici, museali, paesaggistici e storici da far invidia a qualsiasi zona d’Italia.

Ci teniamo a sottolineare che, chi si è cimentato a Capitale della cultura europea,  ha sempre dato grande peso ai collegamenti: ricordiamo che Matera, che molti pensano scollegata dalla rete ferroviaria nazionale , ha in realtà una linea ferroviaria delle Ferrovie Appulo Lucane che la collega con Bari, linea potenziata e rinnovata in tempo per l’inizio delle attività attualmente in corso nella città e nella quale circolano solo moderni treni acquistati per l’occasione. Inoltre è stata completamente riqualificata la stazione principale di Matera  che fa ora da splendido biglietto da visita a chi giunge in città. Opere per i visitatori ma che servono anche ai cittadini.

In un mondo sempre più attento all’ambiente è fondamentale offrire ai visitatori un valido ed ecologico mezzo di trasporto pubblico per spostarsi.  Invitiamo quindi  il sindaco di Fano e Pesaro a considerare l’impatto positivo, alla candidatura a Città capitale europea della cultura, che potrebbe avere il  ripristino del servizio ferroviario  Pesaro-Fano – Urbino, come mezzo principale di collegamento sul territorio interessato.

Sarebbe un vero peccato che Rossini, Vitruvio, e Raffaello e anche il fermignanese Bramante dovessero vedere il loro immane valore culturale svalutato dall’ipocrisia di pensare che le città a loro legate possano essere connesse solo da biciclette o autobus con orari festivi, capacità e percorrenze imbarazzanti.

Se non saranno risolti i problemi di trasporto pubblico di qualità dentro il territorio non sarà possibile fare sistema per un obiettivo così bello ed importante e sarebbe l’ennesimo danno che il territorio subisce dalla desertificazione dei trasporti pubblici che si sta mettendo in atto.

Sappiamo che il sindaco di Pesaro e Fano si sono adoperati affinché la ferrovia Fano – Urbino venisse trasformata in pista ciclabile quando erano in giunta in provincia. A distanza di dieci anni la situazione è fortunatamente ancora in stallo: la ferrovia è ancora lì pronta ad essere ripristinata con un momento storico del tutto favorevole sia per motivi ecologici sia per il prospero turismo ferroviario da pochi anni attuato in Italia.

In politica si cambia spesso  opinione speriamo quindi che i sindaci Ricci e Seri prendano una posizione diversa sulla ferrovia Fano – Urbino e facciano squadra insieme al sindaco di Urbino che vede nella ferrovia un’ancora di salvezza per togliere dall’isolamento la sua incantevole città.

Se invece vogliono perseverare nell’idea della pista ciclabile sul sedime ferroviario sappiano che per il 2033 nessun treno collegherà la loro città con Urbino e puntare solo alle biciclette è una ridicola illusione. Se vogliamo essere capitale europea della cultura serve un salto culturale: lasciare a casa l’auto ed usare più mezzi pubblici ma, purtroppo dalle nostre parti in questo campo, siamo all’età della pietra”.

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