FANO – Nei giorni scorsi, infatti, sono stati riavviati i servizi territoriali assistenziali, educativi e di presa in carico professionale, svolti presso il domicilio degli utenti residenti nei 9 Comuni dell’Ambito che, grazie all’approvazione di un apposito Protocollo, ha dato indicazioni e procedure uniformi su tutto il territorio dell’ATS 6, preso atto che la Regione Marche non ha adottato le linee guida per la loro riattivazione.
Va ricordato che i comuni che fanno parte dell’Ambito sociale nr. 6 sono: Fano (capofila), Mondavio, Mondolfo, Terre Roveresche, San Costanzo, Fratte Rosa, Monte Porzio, Pergola, San Lorenzo in Campo.
Nel territorio di Fano sono 62 gli utenti che hanno ricominciato ad usufruire del SAD (servizio assistenza domiciliare), 10 del SED (servizio educativa domiciliare) e 55 del potenziamento per l’estate, previsto a sostegno delle varie attività di integrazione sociale.
Con riferimento al Progetto Home Care Premium (assistenza domiciliare ai familiari non autosufficienti di dipendenti pubblici) sono 52 gli utenti che hanno riavuto la possibilità di usufruire di tali prestazioni.
“Dallo scorso 9 marzo i servizi di assistenza domiciliare forniti da operatori e assistenti sociali a disabili e anziani non autosufficienti e di educativa domiciliare per minori e anche per maggiorenni con disabilità purtroppo erano stati sospesi – evidenzia l’Assessore al Welfare Dimitri Tinti – creando forte disagio all’interno delle famiglie che attendevano da tempo la ripresa di questi interventi.
Così, prima il Comune di Fano, con provvedimento della Dirigente ai Servizi Sociali, e poi l’Ambito sociale, con delibera del Comitato dei Sindaci, non sono rimasti inermi e, primi tra i 23 ambiti della Regione, hanno adottato regole precise e rigorose al fine di tutelare la salute sia degli operatori sia degli utenti che, prima della riattivazione, sono stati sottoposti a tampone e dotati di tutti i Dispositivi di Protezione Individuale.
“Con tutti i sindaci dell’Ambito – precisa l’Assessore Tinti – ci siamo assunti un’importante responsabilità, dimostrando di poter dare risposte ai bisogni in modo uniforme sul territorio”
Per quanto riguarda invece i Centri Socio Educativi Riabilitativi (Cser) che sono stati già riattivati nelle prime settimane di giugno, il Comitato dei Sindaci ha deciso che i Comuni, in analogia a quanto applicato da ASUR Marche per la quota sanitaria, verseranno ai gestori degli Cser, per il periodo dal 11 marzo al 7 giugno 2020, il 100% della quota sociale della retta giornaliera relativamente al primo mese di chiusura e il 70% della stessa per i restanti 2 mesi, dando così un sostegno concreto ai centri e ai loro dipendenti che, come gli utenti, hanno subito gli effetti dei mesi di lockdown.
“Sono decisioni che confermano – conclude Tinti – che l’ottica della gestione associata su tutto il territorio dell’Ambito sociale è un percorso acquisito che si sta sempre di più consolidando”.