Parere negativo della Regione per il Centro Diurno a Terre Roveresche
La Regione dà parere negativo al centro diurno per anziani non autosufficienti da attivare a San Bartolo. Sebastianelli: "Una decisione che penalizza il territorio"
TERRE ROVERESCHE – L’amministrazione di Terre Roveresche, le parrocchie di Orciano, Barchi e Vergineto e la Fondazione Art. 32 (che annovera, oltre a Terre Roveresche, i comuni di Mondavio, Montefelcino, Fratte Rosa e Isola del Piano) si sono attivate per realizzare a proprie spese un centro diurno per anziani non autosufficienti, ma la Regione ha dato il suo parere negativo di compatibilità.
“Un parere – sottolinea il sindaco Antonio Sebastianelli – espresso sulla domanda di autorizzazione in base ad un atto di fabbisogno regionale del 2017, che aveva validità di 3 anni e che quindi è scaduto dal 2020”.
“La Regione ha scritto – riprende il primo cittadino – che il numero di posti autorizzabili sul territorio delle Marche per queste strutture è di 547 e che sono già stati tutti assegnati.
E’ come dire che di un simile centro nel nostro territorio non c’è alcun bisogno, peccato, però, che il sottoscritto, il parroco e gli operatori della Fondazione Art. 32 percepiscono quotidianamente una situazione del tutto diversa, con tante famiglie in difficoltà nella gestione dei loro nonni in condizioni di fragilità, sia motoria che cognitiva. E poi, come sono distribuiti questi 547 posti già assegnati? C’è un’equità fra le varie province?
A quanto mi risulta, in tutta la fascia che va da Fano al nostro entroterra e anche più in su, per un totale di oltre 120mila abitanti, c’è solo il centro Margherita di Fano, che accoglie 30 anziani.
Lo sa chi ci amministra a livello socio-sanitario che con l’invecchiamento progressivo della popolazione queste strutture sono una necessità crescente?”.
Sebastianelli aggiunge: “Se avessimo chiesto l’accreditamento o il convenzionamento, che comportano un onere per la Regione, avremmo potuto capire, ma qui Fondazione, parrocchia e Comune vogliono fare tutto con le loro risorse.
A costo zero per palazzo Raffaello, a fronte di un servizio in più, che avrebbe sicuramente una ricaduta positiva sul sistema socio-sanitario pubblico anche a livello economico, perché persone seguite e che stanno meglio si rivolgono di meno a medici e ospedali”.
Il centro progettato per San Bartolo, dovrebbe sorgere nella casa ‘Don Remo Bianchi’ di proprietà della parrocchia, che ne ha già dato la disponibilità ad Art. 32.
Sono previsti 25 posti per anziani fragili, alle prese con problematiche motorie o con un decadimento cognitivo lieve, che avrebbero a disposizione un fisioterapista, uno psicologo e neuropsicologo, un infermiere, due operatori socio sanitari e un istruttore di ginnastica dolce.
“Un servizio troppo importante – conclude il sindaco -, per non attuarlo. Forti anche del parere favorevole già espresso da Asur, presenteremo a brevissimo le nostre controdeduzioni alla Regione”.