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L’ex-Carducci si può salvare? I dubbi del comitato sulla relazione tecnica della Provincia

Il comitato per la salvaguardia del Nolfi individua delle discrepanze nello studio commissionato dalla Provincia di Pesaro e Urbino: campionamenti insufficienti e la richiesta di eseguire prove di carico.

Nolfi ex Carducci di Fano scuole non sicureFANO – La relazione tecnica commissionata ad una azienda privata dalla Provincia di Pesaro e Urbino sullo stato di salute dell’edificio scolastico “ex-Carducci” non convince il Comitato di salvaguardia del  Nolfi.

L’edificio era stato dichiarato inagibile a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico che si sta concludendo in questi giorni.

Secondo il comitato infatti la verifica di vulnerabilità sismica non rispetterebbe le indicazioni presenti nella circolare del Ministero poiché, da come risulterebbe dal documento stesso, “il numero delle prove indicate dal Ministero non è stato assolutamente rispettato”.

Nel documento infatti, alla tabella 22 lettera G si dichiarerebbe di “aver rilevato il 50% degli elementi strutturali esistenti (come da circolari ministeriali), mentre alla lettera H si riporta un numero insufficiente di prove eseguite.

Ci pare dunque – continua il Comitato – come questa grave discrepanza esecutiva sia, già di per sé, sufficiente a dare luogo ai necessari approfondimenti d’indagine”.

“Malgrado le criticità presenti nella verifica di vulnerabilità – continua il comitato – ci pare che essa contenga calcoli, prove, relazioni e risultanze, che non conducono esclusivamente ad optare per la demolizione del plesso, ma lasciano ampi margini per poter valutare anche l’ipotesi di eseguire altri approfondimenti, per valutare un intervento di adeguamento statico e sismico”.

Le informazioni contenute nella relazione quindi non sarebbero così chiare da far decidere per l’abbattimento dell’edificio, anzi. “In particolare, dato che il plesso in oggetto oggi non è utilizzato – il comitato suggerisce – di non procedere ad una seconda campagna di carotaggi e prove laboratoriali, ma di eseguire prove di carico, secondo norma e prassi.

Riteniamo dunque che le prove di carico porterebbero risultanze effettive e reali, non raggiungibili mediante simulazioni e rilievi incompleti. Il fabbricato ha una risorsa secondaria, costituita dai setti murari di tamponamento interni ed esterni, la cui azione collaborante è difficilmente calcolabile mediante modellazione virtuale.

Infine – conclude il comitato – le prove di carico potrebbero essere eseguite in un breve lasso di tempo, con oneri che riteniamo possano essere sopportabili e giustificabili dall’amministrazione provinciale”.

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