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Dal Lucrezia al Lugano, Mattia Pensalfini e la sua passione per il calcio

E' stato il nonno Gianni, per primo, a farlo innamorare di questo sport

Mattia Pensalfini, giocatore del Lugano

LUCREZIA – Mattia Pensalfini, 17 anni, di Lucrezia, vive in Svizzera e gioca nel Lugano. Figlio unico, frequenta la quarta superiore, prima un anno al Liceo linguistico e poi tre di scientifico sportivo.
Tutto è partito a cinque anni quando ha iniziato a giocare nel Lucrezia, poi è passato al Fano e successivamente alla Vis Pesaro. “Dopo queste squadre sono andato a giocare nel Rimini con i ragazzi più grandi del 2000 e 2001. Dal 2014 al 2016 ho giocato nel Cesena per poi passare al Bologna da agosto a dicembre 2016 (una parentesi non molto felice). Infine da gennaio 2017 ad agosto 2018 ho giocato nel Carpi per poi approdare nel Lugano che è la mia squadra attuale. Qua gioco a centrocampo, sia mediano che mezz’ala”.

Come definiresti l’esperienza sportiva che stai vivendo in Svizzera?
È una situazione nuova ma veramente bella e ricca di opportunità. Mi trovo molto bene sia con lo staff che con i compagni, mi hanno subito fatto sentire parte del gruppo. Non è la prima volta che vivo lontano da casa, ormai sono 4 anni, però è la prima volta all’estero. Sto imparando tanto e conoscendo un’altra cultura calcistica che mi affascina molto.

Che esperienza è giocare in Svizzera o comunque in un paese straniero?
Sicuramente ti fa crescere, non solo a livello calcistico ma ti forma come uomo prima che giocatore. È un’esperienza molto bella e devo ammettere che l’ho presa subito con molto entusiasmo.

Quali sono gli obiettivi sportivi a cui punti?
Il mio sogno fin da piccolo è quello di arrivare un giorno a giocare in serie A e vincere il mondiale con la maglia della nazionale italiana. La strada è ancora molto lunga e c’è ancora tanto da lavorare però con il giusto lavoro e determinazione chissà… sognare non costa nulla.

Cosa ti manca più dell’Italia?
Dell’Italia oltre agli amici sicuramente il cibo!

È stato tuo nonno Gianni ad introdurti al mondo del calcio…
Il ruolo di nonno Gianni è stato ed è tuttora fondamentale. È stato il primo a mettermi il pallone tra le mani e farmi innamorare del calcio. Ricordo ancora che passavamo giornate intere nel giardino dietro casa con nonno in porta e io che cercavo di fargli gol…ovviamente non mancavano mai i suoi consigli e i racconti sul grande Torino. Ha fatto molte cose per me e un giorno spero di poter ripagare tutti i suoi sacrifici e le giornate trascorse insieme perché è stato il primo a credere in me e gli voglio molto bene.

La scuola?
La scuola è dura quest’anno, soprattutto con gli orari degli allenamenti però è importante quindi mi sto impegnando e sto cercando di fare del mio meglio anche se a volte manca la voglia. Sono in quarta superiore, non sono mai stato bocciato. Speriamo di continuare così insomma.

Gli amici?
In Svizzera mi sono fatto molti amici. Con quelli in Italia invece ci sentiamo praticamente tutti i giorni, sono molto contenti per me e per questa nuova esperienza. Non vedo l’ora di vederli durante il periodo di sosta.

La tua giornata tipo?
La mia giornata è molto schematica: mi sveglio per andare a scuola verso le 6.30, torno a casa e pranzo. Prendo il treno e vado all’allenamento, o alle 17.30 o alle 19, dipende dai giorni. Dopodiché doccia, mangio qualcosa e torno a casa verso le 21 per cenare e studiare.

Come vedi il tuo futuro tra 10 anni?
A me non piace molto pensare al futuro, sono un ragazzo a cui piace vivere il momento e dare il massimo in quello che sta facendo. Spero semplicemente in un futuro pieno di soddisfazioni e di raggiungere i miei obbiettivi… ovviamente con tanto lavoro e sacrificio.

Un saluto ai tuoi amici…
Voglio salutare il mio migliore amico Marco. Lo conosco da quando sono piccolo ed è uno dei pochi che ha sempre creduto in me!

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