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Coronavirus, cronaca di un doloroso addio

Lo sfogo del fratello di Roberto Oddo: “Mio fratello trattato con i cortisonici”

roberto oddo
Roberto Oddo, il professionista pesarese deceduto per Coronavirus all’et à di 46 anni

PESARO – Il fratello di Roberto Oddo, professionista pesarese deceduto all’età di 46 anni, ha pub-blicato una sua dichiarazione sui social network con l’intento di fare chiarezza sulla morte del fratello.

“Scusatemi, sono il fratello di Oddo Roberto, deceduto purtroppo ieri all’età di 46 anni, per questa merda (scusatemi la volgarità) di virus. Dato che è uscito pure l’articolo sulla stampa locale, e che in tanti non si capacitano, della sua scomparsa, desidererei fare un po’ di chiarezza, senza polemica alcuna, solo la verità dei fatti.

Mio fratello incomincia ad avere la febbre alta sopra 38, il 4 di marzo con dolori vari, e tosse, pren-dendo la sola Tachipirina per abbassare lo stato febbrile.

Questo dura più o meno fino all’8 di marzo, con febbre che persiste sempre presso i 38, con pochi cali, e maggiore tosse, fino quando nella tarda serata è costretto a chiamare la guardia medica, che interviene facendogli una iniezione di cortisone.

Il giorno seguente decide di chiamare il medico di base, già precedentemente consultato nei giorni prima, per la richiesta di un eventuale tampone, che dice che i tamponi vengono fatti, solo se si è in grado di dimostrare, da chi si è stati contagiati, cosa di per se aberrante, perché come fa a sapere uno da chi l’hai presa?

Ad ogni modo, il medico di base lo visita e gli suggerisce di tenere duro, perché in ospedale è un delirio e si rischia di prendere solo più virus, e gli prescrive una serie di iniezioni di Bentelan (Cor-tisonico).

Purtroppo la situazione non migliora affatto, anzi peggiora sensibilmente, fino a che venerdì 13, chiama d’urgenza il 118, per evidenti problemi respiratori.

Da subito risulta positivo al tampone, e gli viene diagnosticata una polmonite bilaterale. In seguito gli viene chiesto, che tipo di cura avesse fatto, (cortisonica) e la risposta fu: ”Ma con il cortisone, non ha fatto altro che peggiorare la situazione, perché annienta le difese immunitarie, che sono di vitale importanza, per la lotta contro il virus”

Purtroppo, viene ricoverato in terapia intensiva, per due giorni, ma in seguito al peggioramento delle condizioni, viene intubato, e portato in rianimazione, con gravissimi problemi polmonari ed in seguito una insufficienza renale, derivante dal progredire della malattia, che lo porta anche in dialisi, fino all’amaro epilogo di ieri.

Ora, mio fratello di 46 anni, non aveva e ha mai avuto malattie pregresse, o gravi problemi di sorta, aveva solo magari qualche valore sballato, derivato dall’obesità, ma non certo da procurarne la mor-te.

Quindi mi, e vi chiedo, come è possibile prescrivere cortisonici contro una malattia virale? Purtroppo mio fratello non c’è più, e le responsabilità della sua morte, dipendono solo da questo maledetto virus, o si sarebbe potuto agire in maniera differente? Questo tarlo, resterà dentro di me per sempre!”

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