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Asili nido privati a rischio chiusura. L’appello alle istituzioni

L'appello di Francesca Fiorelli coordinatrice del centro per l'infanzia "Dire Fare Educare" di Fano

asili nido privatiFANO – Con la chiusura delle scuole anche gli asili nido privati sono in ginocchio. L’appello di Francesca Fiorelli coordinatrice del Centro per l’infanzia “Dire Fare Giocare” alle istituzioni.

“In seguito all’ordinanza di chiusura delle scuole, le rette incassate fino ai primi di Marzo, unica nostra fonte di sostentamento, ci hanno permesso a malapena di affrontare quelle che sono le spese fisse per mantenere in piedi la nostra piccola attività.

Siamo perfettamente consapevoli del momento eccezionale che tutto il Paese sta attraversando, ma in questo frangente dobbiamo necessariamente cercare di porre l’attenzione sulla nostra realtà.

Purtroppo lo spostamento delle scadenze fiscali e la possibilità di accedere (all’80%) alla cassa integrazione straordinaria SOLO per i dipendenti (uniche cose a cui possiamo accedere grazie alle disposizioni dell’ultimo decreto Cura Italia), sono solo il rinvio del problema, le nostre entrate infatti si sono totalmente azzerate, a fronte di spese fisse correnti.

Se non ci saranno interventi a sostegno per noi (che siamo stati i primi a chiudere e saremo gli ultimi ad aprire), che abbiamo per ora sospeso il pagamento delle rette del mese di aprile, quando tutto questo sarà finito, la maggior parte di noi non sarà in grado di riaprire, con un disagio inevitabile per le nostre famiglie, quelle dei nostri dipendenti e le famiglie dei bimbi iscritti che, avranno difficoltà a trovare luoghi sicuri e famigliari dove poter lasciare i loro piccoli, per tornare al lavoro.

Quello dei servizi privati per l’infanzia 0-3 non è un settore di nicchia ma un servizio prezioso per la comunità, in particolare il territorio di Fano vanta una realtà molto radicata con 7 strutture private e un servizio d’eccellenza a cui i genitori si rivolgono a volte per scelta, spesso perché trovano un servizio più flessibile, orari più ampi e una disponibilità di posti che i servizi comunali non riescono a garantire.

Quello dell’educatrice inoltre non è solo un mestiere ma una vocazione ed è per questo che nonostante la chiusura forzata e le difficoltà, noi educatori e coordinatori continuiamo a lavorare a programmare e realizzare progetti educativi a distanza.

Nella nostra struttura ad esempio, attraverso l’utilizzo di video che ripropongono favole, canzoni e giochi, nei gruppi Whatsapp e con la collaborazione dei genitori, i bimbi hanno modo di vedere e sentire la nostra voce…

Effettuando semplici attività di manipolazione, grafico-pittoriche e senso-percettive, continuano a rafforzare le loro competenze cognitive, linguistiche, sensoriali e motorie mantenendo la routine della struttura, con un unico e forte messaggio: noi ci siamo e andrà tutto bene!

Il nostro appello quindi a nome delle strutture private di questo territorio si unisce all’appello più corale condiviso con altre strutture a livello nazionale, è diretto alle istituzioni: al sindaco, al presidente della regione, che sebbene impegnati nella difficile emergenza sanitaria, non dimentichino una delle risorse più preziose del territorio!”

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