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A Fossombrone un otto marzo con polemica

La nota di Renzo Savelli del circolo di Rifondazione Comunista sull'iniziativa realizzata dall'Amministrazione Comunale.

renzo savelli
Renzo Savelli

FOSSOMBRONE – “Da un gradevole manifesto dell’Amministrazione Comunale in carica avevamo appreso che il giorno 9 marzo nell’aula magna dell’Istituto “Donati” sarebbe stato presentato il libro di Biagio Crisafulli dall’intrigante titolo “Donne e disobbedienza.”

Sulla questione interviene Renzo Savelli in rappresentanza del Circolo di Fossombrone di Rifondazione Comunista.

“Ricordare la data dell’8 marzo – continua la nota di Savelli – è certamente lodevole e anche in tante altre località sono state realizzate iniziative le più varie come abbiamo appreso dalla stampa locale.

Sulla stampa di pochissimi giorni fa abbiamo letto il resoconto dell’iniziativa, delle tre donne emblematiche ricordate: Giovanna d’Arco, Olympe de Gouges e Rosa Luxemburg, che anche a noi sono care, specie le ultime due.

Però, pur condividendo l’iniziativa, non possiamo non avanzare le seguenti critiche.

Nel testo si dice che l’iniziativa è “voluta dalle donne dell’amministrazione comunale” e seguono i nomi con relative cariche delle due assessore e delle due consigliere.

Stupisce che esse abbiano deciso di fare da sole l’iniziativa senza coinvolgere l’unica altra donna eletta, la consigliera Gloria Mei della minoranza, facendo così di tale ricorrenza un momento non unitario, ma divisivo e di pura propaganda.

Non sta scritto da nessuna parte né dello Statuto né del regolamento comunale che le iniziative dell’8 marzo sono riservate solo alle donne elette dalla maggioranza.

La presentazione di un libro che affronta un simile argomento “Donne e disobbedienza” è certamente condivisibile, ma è stata fatta conoscere come una “iniziativa legata alla festa della donna“.

Stupisce che di quattro donne non proprio più giovanissime e con tanto di cariche – due assessore e due consigliere – nessuna di loro abbia mai saputo o ricordi che l’8 marzo non è la “festa”, ma la “giornata dei diritti della donna”. Non si tratta di un gioco di parole. La differenza è sostanziale e non può sfuggire di certo “alle donne dell’amministrazione comunale” in carica.

Se “le donne dell’amministrazione comunale” avessero deciso di presentare il libro nella sala e avansala consiliare, sarebbe stato chiaro a tutti che l’iniziativa era aperta al pubblico sia come presenza sia come possibili interventi.

Dal momento che si è svolta nell’aula magna dell’Istituto “Donati”, il locale era aperto a tutti o solo agli studenti dell’Istituto?

Dalla lettura del manifesto questo aspetto non secondario non era stato per niente chiarito né l’articolo ci ha informati su questo aspetto non secondario dell’iniziativa se con un generico “le parole che le amministratrici pubbliche hanno rivolte ai partecipanti”.

Per iniziative come queste – conclude Savelli – servono meno propaganda e meno autocelebrazioni, più coinvolgimento e più condivisione!”

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