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40 anni fa Papa Wojtyla a Fano, il racconto dei marinai che lo portarono in mare

40 anni fa la visita di Giovanni Paolo II a Fano. Il racconto di Giafranco Ghiandoni che aveva portato il papa sul suo peschereccio

foto papa fano ok
Gianfranco Ghiandoni con Giovanni Paolo II a bordo del Cigalin

FANO – Era il 2011 quando pubblicavamo sulle pagine del Giornale del Metauro l’intervista a Gianfranco Ghiandoni, pescatore fanese che aveva portato sul suo peschereccio Giovanni Paolo II in visita a Fano il 12 agosto 1984, esattamente 40 anni fa.

Gianfranco è una persona riservata e discreta. Lo ringraziamo quindi per aver voluto condividere con noi e con tutti i lettori un po’ dei suoi ricordi. Ha iniziato a fare il marinaio nel 1973 sull’esempio di suo nonno.

“Quando arrivò la notizia della visita del Papa tutti attendevamo “il sorteggio”. Era usanza in questi casi che tra tutta la marineria venisse sorteggiata una barca. Noi eravamo tre giovani pescatori con me c’erano Mauro Riccardi e Daniele Battisti.

Avevamo preso una vecchia barca “Il Cicalin”. C’erano molte imbarcazioni nuove che avrebbero avuto il piacere di avere a bordo il Papa. Il giorno del sorteggio Gianfranco era a Cento a comprare un pezzo per il motore. Il caso volle che venisse sorteggiato proprio “il Cigalin”.

“Chiesero due comandanti a guidare la barca: ci fecero fare una prova di attracco nel punto vicino a riva dove avremmo dovuto far salire il Papa. L’imbarcazione aveva un motore molto ingombrante: un 300 cavalli dell’Ansaldo. Tutti credevano che non ce l’avremmo fatta. Ma non fu così. Seguì però un’altra prova perché si decise che il Papa avrebbe dovuto salire dalla prua.

Anche in questo caso tutto funzionò perfettamente. In pratica avevamo gli occhi di tutti addosso: eravamo tre giovani con una barca vecchia e ci fu anche chi chiese di annullare il sorteggio. La barca rimase ferma una settimana per fare tutti i lavori necessari. Anche le loro mogli lavorarono per abbellirla cucendo anche delle tende per i vetri.

L’ultima parola sul sorteggio spettò all’ammiraglio che veniva da Ancona e che Gianfranco conosceva bene perché lì aveva fatto il servizio militare. Al suo arrivo a Fano fu l’ammiraglio stesso a riconoscerlo e a salutarlo chiamandolo per nome: insomma era destino che dovesse essere proprio “il Cigalin” a portare il Papa.

“Arrivò l’atteso 12 agosto e Giovanni Paolo II salì sulla nostra barca. Di quell’incontro ricordo il suo sguardo che incontrava i miei occhi. Uno sguardo talmente intenso che sembrava sapesse tutto di me”.

La barca prese il largo. Il Papa si trovava nella parte alta, sopra la prua. Era stato male durante il tragitto in elicottero da Roma a Fano e aveva il viso pallido. Il pontefice fece chiamare Gianfranco e gli chiese di stringergli le mani. “Le sentii molto fredde e gliele tenni strette, una alla volta, per tutto il tragitto.

Mentre ammirava il mare il Papa mi disse: ‘Tu sai che sei l’uomo più fortunato del mondo?’. Rimasi titubante e lui continuò: ‘Guarda che spettacolo che vedi tutti i giorni’. In effetti si riferiva alla bellezza del nostro mare alla quale io non facevo più tanto caso”. Al rientro seguì il pranzo e, al termine, Giovanni Paolo II consegnò a tutti una medaglia.

“Mi sono reso conto solo con il passare del tempo dell’importanza di quell’incontro. Ricorderò per sempre le sue mani fredde ma anche il suo sguardo e la sua grande tenerezza. Da subito una cosa era stata chiara in me: avevo sicuramente incontrato un uomo davvero speciale!”

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