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Nuovo piano sanitario regionale, perché i sindaci non sono stati ascoltati?

Il sindaco di San Lorenzo in Campo chiede uno scatto di orgoglio ai suoi colleghi della Provincia di Pesaro

davide_dellonti_san_lorenzo_in_campoSAN LORENZO IN CAMPO – Martedì 4 febbraio, in mezzo a mille polemiche da parte dei comitati dei cittadini ed un annunciato sit in di protesta fuori dal consiglio, il consiglio regionali, a soli pochi mesi dalle elezioni, intende approvare il nuovo piano sanitario regionale.

Un nuovo piano sanitario condiviso con chi? Con pochi, a quanto sembra, se anche i sindaci, massime autorità sanitarie del territorio, non sono stati chiamati a raccolta ed ascoltati. Prova ne è che l’Assemblea di Area Vasta della provincia di Pesaro e Urbino non viene convocata dal 27 novembre 2018.

A chiedere uno scatto di orgoglio ai colleghi sindaci è il primo cittadino di San Lorenzo in Campo Davide Dellonti che ricorda come una decisione così importante non possa non coinvolgere necessariamente i territori.

RICCI AVREBBE DOVUTO CONVOCARE L’AREA VASTA A LUGLIO 2019

La presidenza della Conferenza dei sindaci è scaduta a maggio 2019 e, come il regolamento prevede, il sindaco del comune con maggior numero di abitanti che detiene anche provvisoriamente la presidenza (Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, ndr) avrebbe dovuto convocare l’Assemblea entro 60 giorni (27 luglio 2019, ndr).

“E noi sindaci – afferma Dellonti – Perché non possiamo dire la nostra? Perché non possiamo esprimere la nostra opinione sul nuovo Piano Sanitario regionale? Perché non possiamo esprimere le nostre fortissime preoccupazioni sulla sanità dell’entroterra, sulla rete di emergenza-urgenza, su servizi e prestazioni che sono sempre più in affanno e spesso non rispondono alle esigenze del territorio, in una vasta zona ove la popolazione è sempre più anziana ed i collegamenti viari, ivi compreso il trasporto pubblico locale, difficoltosi.

Perché ad esempio non possiamo sapere qual è con estrema precisione il destino dell’Ospedale “Santi Carlo e Donnino” di Pergola ed i servizi che vi saranno all’interno una volta terminati i lavori di adeguamento sismico ed efficientamento energetico?

E sugli argomenti di discussione, si potrebbe continuare all’infinito.

I SINDACI SONO LA MASSIMA AUTORITA’ SANITARIA DEI LORO TERRITORI

Noi Sindaci – continua Dellonti – in tutte le situazioni e circostanze, al cospetto ed agli occhi dei nostri cittadini, rappresentiamo “Lo Stato” e “Le Istituzioni” nel senso più lato possibile. Anche quando vi è un problema che riguarda la Sanità che non è di stretta competenza comunale, i nostri cittadini ci vengono a chiedere aiuto. Perché non possiamo fornirgli le adeguate risposte, per lo meno dal punto di vista di una corretta e trasparente informazione?

Oltretutto in questo nuovo Piano Sanitario, non si discute soltanto dell’ambito strettamente sanitario, ma dell’integrazione fra “Sanità” e “Sociale”, il che contiene una infinita serie di problematiche e temi fondamentali per i nostri territori, sui quali noi Sindaci ogni giorno abbiamo a che fare e sui quali siamo tenuti a dare risposte.

Nessuno è nato ieri.. me compreso. Alle porte vi sono le elezioni regionali. Ma un passaggio istituzionale ed una sana, magari anche animata, discussione in Conferenza dei Sindaci di Area Vasta, andava fatta, anzi va fatta.

UNO SCATTO DI ORGOGLIO: CHIEDERE DI CONVOCARE LA CONFERENZA DI AREA VASTA

Cari amici e colleghi sindaci – afferma il sindaco rivolgendosi ai suoi colleghi – diamoci uno scatto d’orgoglio, riprendiamoci in mano le nostre prerogative e chiediamo che questa Conferenza venga convocata.

Da regolamento, se 1/5 dei componenti della Conferenza lo richiede, ovvero 11 sindaci, possiamo chiederne la convocazione. Sono certo che su questo avremmo tutti indistintamente il pieno appoggio dei nostri cittadini.

Su questo tema riscontro a pelle un “silenzio-assordante”, come si suole dire. Il mio intento non è di polemizzare, né a scanso equivoci, ho altre aspirazioni, tantomeno elettorali.

Ma sulla salute, sul sociale ed appunto sulla sanità, non vi possono essere “partiti” che tengano ed abbiamo il dovere di dire la nostra. Ecco perché mi sentivo in dovere di farlo”.

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