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Un “cantiere per Cartoceto”? Certo, ma la buona volontà non basta!

cartoceto cantiere volontaCARTOCETO – La proposta del PD locale di aprire un “cantiere di discussione” per Cartoceto è sicuramente valida ma merita alcune riflessioni.

Il 30 ottobre 2004 è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea l’iscrizione della DOP Cartoceto. Una data cruciale per la storia del comune che ha visto così riconosciuta a livello europeo, non regionale e nemmeno nazionale badiamo bene, il suo olio come prodotto di alto pregio (non a caso chiamato l’oro verde).

Un territorio baciato da un tale riconoscimento non può che trarne vantaggio a tutti i livelli, primo fra tutti quello economico, con ricadute positive su tutta la comunità. Se questa è la premessa, guardiamo lo stato di Cartoceto oggi. Il capoluogo ha subito negli anni uno spopolamento graduale, una riduzione costante dei servizi, da ultimo anche l’edicola ha esposto il cartello che a fine anno chiuderà se non si trova qualche “kamikaze” che vorrà rilevare l’attività.

Cartoceto, sinonimo di eccellenza enogastronomica in Europa, si è svuotata in favore della “più comoda” frazione di Lucrezia. Il colpo di grazia è arrivato con il crollo delle mura nel 2012, la ciliegina sulla torta. Altre realtà come la più nota Volterra hanno visto il danno riparato in pochi mesi. Da noi sono passati cinque anni ed ancora i lavori non sono completati.

C’è chi ha resistito, è vero, ma ha dovuto faticare cento volte in più perché Cartoceto ha sempre avuto le carte in regola per essere un eccellenza. Perché questo non è accaduto?

I primi responsabili di tutto ciò sono forse i Cartocetani stessi che, chiusi nella difesa del loro paese, che si sono sempre più arroccati (già il solo avere come presidente della Pro Loco un lucreziano è un affronto!). Ricordiamo, oltre dieci anni fa, quando ci fu il tentativo di portare turisti a visitare il borgo con delle visite notturne, c’era chi definiva questi tentativi come “pure follie per svendere il paese”.

E’ storicamente mancata l’idea di fare gruppo, basti pensare che, come raccontava un presidente, anche i soci di una famosa cooperativa olivicola preferivano prima vendere l’olio singolarmente e poi conferire, quello che rimaneva, alla cooperativa che avrebbe invece dovuto promuovere il prodotto su scala nazionale e oltre. La DOP è una risorsa che, ad oggi, Cartoceto non è stato in grado di sfruttare con tutte le sue potenzialità. Alcuni imprenditori hanno fatto bene il loro lavoro ma la ricaduta avrebbe potuto essere molto più importante! Non nascondiamoci dietro un dito!

Oggi il paese vive un coma perenne. Ogni tanto si sveglia con iniziative legate alla buona volontà di volontari, di associazioni benemerite, per carità. Ma la cosa più avvilente è che dietro la buona volontà di tanti si celi invece una mancanza di direzione da seguire, di un progetto per questo borgo speciale. Non spetta ad un comitato cittadino o ai volontari della Pro Loco gestire una biblioteca comunale. C’è chi è preposto a farlo, poi, certo si fa gruppo e si va avanti.

Ma ognuno ha i suoi compiti e la sussidiarietà non può diventare una scusa! In questo modo, avalliamo, quel fenomeno pericoloso per cui la buona volontà viene usata per gestire servizi o delegare compiti che però non possono essere improvvisati e lasciati al caso. A proposito di volontariato e biblioteca ricordiamoci che ci sono giovani che si formano nell’università per imparare una professione e realizzare in questo modo il loro futuro!

I volontari della Pro Loco vengano utilizzati per fare progetti di promozione, come è giusto che sia! Perché se così è, allora ci potremmo permettere di prendere un ingegnere o un assistente sociale in pensione ed affidare loro gli uffici del comune e mandare a casa i dipendenti, risparmieremmo così diverse centinaia di migliaia di euro!

Ecco perché la buona volontà non basta e soprattutto non è giusto approfittarne. Serve una guida chiara e un progetto preciso che solo una amministrazione lungimirante (che guarda oltre il suo mandato) può mettere in cantiere.

Quindi ben vengano i tavoli di confronto ma la regia deve essere una e chiara! Quello che è certo oggi è che questo comune, da 14 anni, ha avuto in  mano uno strumento eccezionale di sviluppo, nel frattempo la Regione Marche ha chiesto ed ottenuto il riconoscimento di Indicazione Geografica Tipica (IGT) per l’olio extravergine di oliva marchigiano. Speriamo davvero non sia troppo tardi!

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