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Nuova scuola di Lucrezia, il pensionamento ‘forzato’ di Gianni Rodari

Per l'ìntitolazione del nuovo edificio scolastico è stato preferito il personaggio “pop” di Antoine de Saint-Exupéry anche se la scuola era già intitolata a Gianni Rodari

gianni rodari lucreziaLUCREZIA – “Sparare” contro il Piccolo Principe è come sparare sulla croce rossa, ovvero su qualcosa che va protetto a prescindere. “Sparare” contro questo personaggio di Antoine de Saint-Exupéry, uno di quelli che tutti un po’ amiamo, ci rincresce pure un po’.

Ma in questo caso il tema non è né lo scrittore francese né tantomeno il suo personaggio letterario ma il “pensionamento” di Gianni Rodari da titolare della scuola dell’infanzia di Lucrezia.

Ennesima “alzata di ingegno” a cui questa Amministrazione Comunale di Cartoceto ci ha ormai abituati da tre anni a questa parte. Dopo la salita sulla gru, la tariffa puntuale sui rifiuti annunciata e mai partita, i fiori nel cimitero comunale da Teatro Ariston anni ’80, ora arriva anche l’annullamento di Gianni Rodari per far posto al più “pop” e se vogliamo più ruffiano Piccolo Principe. Questo personaggio da sempre amato ma riportato in auge nel 2015 con un film di animazione uscito in tutto il mondo e, con la liberalizzazione, in quello stesso anno, dei diritti d’autore (perché trascorsi 70 anni dalla morte) il pullulare in libreria delle tante edizioni del racconto.

Le scuole dedicate a questo principino si sprecano in ogni dove, quasi come le Pamela e le Sue Ellen, ignare bambine nate negli anni ’80 dopo il boom televisivo della fortunata serie Dallas.

Ma la scuola dell’Infanzia di Lucrezia non era anonima. Portava il nome di Gianni Rodari (1920-1980) uno dei più autorevoli esponenti della letteratura italiana per bambini e ragazzi. Scrittore e giornalista che ha espresso fantasia e originalità attraverso racconti, filastrocche e poesie, divenute classici per ragazzi come le Favole al telefono. Pedagogista e teorico dell’arte di inventare storie, la sua opera principale è la Grammatica della Fantasia. Ma Rodari era anche un intellettuale di sinistra che ha rinnegato il fascismo e che ha avuto contatti con la Resistenza iscrivendosi poi, nel dopoguerra, al Partito Comunista Italiano. Sono forse questi ultimi elementi che hanno generato un po’ di prurito a questa amministrazione che guarda più a “destra” preferendo l’innocuo principino?

Pochissimi possono dire di non avere mai letto Il Piccolo Principe e nessuno, crediamo, possa affermare di non averlo mai sentito nominare. Così come pensiamo che pochissimi oggi conoscano la figura di Gianni Rodari che può quindi essere tranquillamente obliterata e mandata forzatamente in pensione con il beneplacito dei cittadini tutti e, fatto giù grave, da parte del corpo docenti dell’Istituto Comprensivo (anche se questa nuova denominazione non è stata accolta all’unanimità nel consiglio d’Istituto, generando un dibattito tra insegnanti e genitori).

Di questo passo ci ritroveremo la scuola Ragnetti di Cartoceto dedicata a Biancaneve e i sette nani, la Primaria Mascarucci di Lucrezia dedicata all’Orsetto Paddington, la media Marco Polo dedicata a Topolino e Minnie e la Biblioteca Comunale Ciscato dedicata alla Bella Addormentata nel Bosco (visto che da tre anni l’unica istituzione culturale del Comune dorme un sonno profondo in attesa non di un piccolo ma di un grande principe che la risvegli!).

Ironie a parte, c’è una frase di Antoine de Saint-Exupéry, diventata un po’ il suo emblema: “Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano”. Ebbene, tutti i bambini saranno grandi un giorno. Speriamo che, oltre a ricordarsi di essere stati bambini, siano anche più lungimiranti e meno superficiali di noi adulti di oggi, riconoscendo il valore del proprio passato e anche delle piccole cose, come dare (o mantenere) il nome ad una scuola, per esempio

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