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Marotti su privatizzazione della sanità pubblica: “Nuovi posti letto che però tanto nuovi non sono”

La Provincia di Pesaro è stata la più penalizzata dai tagli. Il commento di Fernanda Marotti

fernanda marotti sanitaPESARO – «Da dove vengono i “nuovi” posti letto di lungodegenza PRIVATI per Cagli e Sassocorvaro? – si chiede Fernanda Marotti.
Dopo il terribile taglio di posti letto che nel 2013 colpì inspiegabilmente proprio la provincia più svantaggiata delle Marche (la nostra), agli ormai ex ospedali di Cagli e Sassocorvaro era rimasto ben poco: 25 posti letto pubblici di lungodegenza per ciascuna struttura più cinque posti letto per acuti a Cagli e 12 sempre per acuti (ma già privati) a Sassocorvaro.

Tre anni dopo, altrettanto inspiegabilmente, l’attuale amministrazione regionale (e non quella precedente) trasformò quei 55 posti letto pubblici in cure intermedie, e quindi abbassò ancora la nostra dotazione di posti letto ospedalieri perché le cure intermedie – e gli ospedali di comunità che le erogano – non ne fanno parte, dato che vengono gestite da medici di famiglia e infermieri e, quel che è peggio, non prevedono l’emergenza.

Oggi, dopo un paio d’anni, la “legge nazionale” con cui quei tagli vennero giustificati è sempre la stessa, e i risultati di tutte quelle scelte li conosciamo tutti: l’ospedale di Urbino quasi al collasso, i disagi causati dalla perdita di 3 ospedali filtro dell’entroterra che arrivano fino alle strutture della costa, mobilità passiva e liste d’attesa mai così alti, e la gente stremata che a questo punto accoglierebbe qualsiasi cosa.

Anche il privato. Che è già da anni a Sassocorvaro, ora arriva a Cagli e a breve potrebbe essere anche a Fano (magari anche in questo caso direttamente dentro il Santa Croce).
Riusciremo ad evitare questo processo?  Non lo so, ma sono convinta che le conclusioni sapranno tirarle i cittadini. Perché la differenza tra pubblico e privato l’hanno già capita da un pezzo con le bollette dell’acqua e dei rifiuti.

E perché i “nuovi” posti letto di lungodegenza privati per Cagli e Sassocorvaro a qualcuno sembreranno pure “meglio di niente”, ma secondo me resteranno nella memoria di questi territori a dimostrare plasticamente un doppio fallimento: quello di una “riforma” che si è dimostrata sbagliata fin dall’inizio, e ora è costretta a restituire quello che aveva tolto e quello di una politica che preferisce utilizzare i soldi pubblici per far fare al privato convenzionato quello che dovrebbe fare il pubblico”.

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