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Le “lettere estratte” di Isgrò in mostra alla Casa Museo Licini

emilio isgro casa museo liciniMONTE VIDON CORRADO (FERMO) – In occasione del sessantennale della scomparsa di Licini, il Comune di Monte Vidon Corrado e il Centro Studi Licini presentano una mostra di Emilio Isgrò: la Casa Museo ospiterà una preziosa e inconsueta selezione di opere di uno dei più apprezzati artisti contemporanei del secondo dopoguerra.

Infatti l’esposizione, curata da Marco Bazzini e Daniela Simoni e organizzata in collaborazione con l’Archivio Isgrò, avrà come nucleo centrale alcune opere degli anni settanta ormai conosciute al grande pubblico come “lettere estratte”, uno degli episodi più radicali della sua originale ricerca sul rapporto tra linguaggio e immagine.

In un vasto campo bianco galleggiano, come disperse nel vuoto, singole consonanti ma anche vocali, segni d’interpunzione, numeri o note. In basso una scritta che recita da dove sono state estrapolate: Lettera R tratta dalla parola acero; Lettera Q tratta dalla Asthetik di George Wilhelm Friederich Hegel; Numero 14 tratto dal numero (e segue una cifra assurdamente impronunciabile).

Si tratta di una delle tante possibili varianti che nel tempo ha assunto la cancellatura, la grande e vera novità linguistica introdotta da Isgrò, che si rinnova ulteriormente nelle due opere realizzate per l’occasione, dedicate a Osvaldo Licini, che costituiranno il vero fulcro dell’esposizione.

Se Licini è stato un pittore puro, errante attraverso diverse esperienze sul piano culturale e stilistico, Isgrò è non soltanto un vulcanico artista ma anche un poeta, scrittore, drammaturgo e giornalista. Tra i due non esiste alcun rapporto diretto ma in entrambi sono ravvisabili alcuni interessi: il rapporto tra la scrittura e le arti visive, la critica alla cultura borghese, la sostanziale indipendenza da gruppi artistici e l’assoluta libertà intellettuale oltre all’arma dell’ironia.

Ad accogliere le opere di Isgrò nella Casa Museo vi sarà un nucleo di dipinti di Licini rappresentativi del suo percorso: dal figurativismo degli anni Venti alla mitografia pittorica degli anni Quaranta e Cinquanta. Oltre alle “lettere estratte” un breve spaccato dell’attività di Isgrò sarà raccontato con alcune importanti opere custodite in collezioni private.

Ribadendo la necessaria distanza temporale ed espressiva tra i due artisti, la mostra costituirà anche un’occasione per una riflessione sull’uso delle lettere – da qui anche il titolo – nell’opera di Licini e in quella di Isgrò. Sul tema è, infatti, prevista la pubblicazione di un Quaderno Liciniano, che sarà presentato nel corso dell’esposizione, nel quale Daniela Simoni indagherà quei “segni rari che non hanno nome; alfabeti e scritture enigmatiche” di cui Licini parla nella nota lettera scritta al filosofo Franco Ciliberti nel 1941 e Marco Bazzini analizzerà quella che in occasione della prima presentazione di queste opere Vittorio Fagone definì “la brusca sottrazione di uno spazio di lettura”.

La mostra che inaugura il 21 luglio rimarrà aperta fino al 4 novembre. Gli orari di apertura sono i seguenti: fino al 30/09 sabato e domenica dalle 17 alle 19; dal 27 luglio al 31 agosto aperto anche venerdì dalle 21 alle 23;  dall’1 ottobre sabato e domenica dalle 16,30 alle 18,30. Altri orari per appuntamento.  Ingresso: 4 euro intero, 3 euro ridotto (compresa la visita della casa museo Licini). Info:  tel. 334 927 6790  – info@centrostudiosvaldolicini.it

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