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Bonci: “La fusione tra Megas net e Marche Multiservizi è stata una scelta sofferta ma inevitabile”

bonci fusione megas multiserviziFOSSOMBRONE – Il 6 marzo il Consiglio Comunale di Fossombrone, ed il 5 marzo quello di Montelabbate, hanno espresso parere favorevole alla proposta di fusione per incorporazione di Megas.Net spa in Marche Multi Servizi spa. Con un comunicato stampa giunto in Redazione questa mattina, mercoledì 7 marzo, il sindaco di Fossombrone, Gabriele Bonci, ha spiegato le ragioni di questa scelta:

“Non nascondiamo che la decisione non è stata facile – afferma Bonci – ed è stata lungamente discussa all’interno dei gruppi di maggioranza, ed anche con altri piccoli Comuni.

Come Sindaci del Movimento 5 stelle siamo per le società totalmente pubbliche ma in questa provincia occorre prendere atto della realtà: Hera spa è entrata nella nostra municipalizzata nel 2002 ed ora che ne possiede il 49,9% delle quote come si può pensare che la società possa ritornare completamente pubblica (valutata in totale circa 200 mln di euro)? Inoltre c’è un patto parasociale tra il Comune di Pesaro ed Hera spa (che da soli hanno la maggioranza assoluta) che prevede in caso di non rispetto, penali fino a 10 mln di euro, infine questa operazione era già decisa da tempo.

Cosa fare dunque, visto che come piccoli comuni non contiamo nulla in questa società? Avere un peso dello 0,7% o dell’1% cambia qualcosa per noi?

Come Amministrazioni responsabili – continua Bonci –  abbiamo dovuto valutare tutti gli aspetti della vicenda.

Le opzioni erano 4

  1. Votare contro la fusione
  2. Votare contro la fusione e recedere incassando soldi ai valori di recesso stabiliti .
  3. Votare a favore senza vendere le quote.
  4. Votare a favore vendendo la quota di Megas.net secondo lo schema proposto nel progetto di fusione.

Nel caso a) il risultato sarebbe stato che la fusione veniva fatta ugualmente e noi avremmo accresciuto la nostra quota di qualche zero virgola percentuale, avendo diritto a dividendi futuri leggermente più alti.

Nel caso b) il comune, dopo la fusione, sarebbe uscito dalla società avendo diritto a essere liquidato ai valori minimi di valutazione delle società e avrebbe probabilmente dovuto anche ricercare un nuovo gestore per il servizio idrico.

Nel caso c) il risultato sarebbe stato simile al primo caso

Nel caso d) avremo una quota relativa in Marche Multiservizi leggermente più bassa ma almeno incassiamo cifre intorno ai 500.000 euro da poter destinare ai ns territori.

Noi come altri – conclude il Primo Cittadino –  abbiamo quindi deciso per l’ultima opzione, la più conveniente in quanto avere un peso leggermente inferiore in Marche Multiservizi non cambia nulla, però almeno ci permette di portare a casa un risultato concreto. Le reti idriche rimangono di proprietà pubblica, in quanto e’ previsto che al termine della convenzione ritornino ai Comuni. Quindi è stata una decisione è vero sofferta, ma pragmatica, che prende atto della realtà in cui siamo e del fatto che noi piccoli comuni non possiamo trovare una soluzione concreta per riportare i servizi di pubblica utilità in mano totalmente pubblica”.

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